Ticino
Caso Gobbi, il Governo ha deciso di non rispondere
©Gabriele Putzu
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Redazione
14 giorni fa
Il Consiglio di Stato era chiamato a rispondere a tre atti parlamentari sull'incidente che ha visto coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi, ma in aula in Governo ha sempre risposto che "l'inchiesta del Ministero pubblico è in corso e ci impedisce di rispondere". I deputati hanno respinto le due richieste di discussione generale.

A Palazzo delle Orsoline quella odierna era la giornata del "caso Gobbi". Il Consiglio di Stato era infatti chiamato a rispondere alle tre interpellanze sull'incidente avvenuto il 14 novembre 2023 che che ha visto coinvolto il consigliere di Stato Norman Gobbi. Ebbene oggi il Governo ha deciso di non rispondere. Ai tre singoli interventi di, nell'ordine, Fiorenzo Dadò (Centro), Pino Sergi (Mps) e Matteo Pronzini (Mps) la risposta dell'esecutivo cantonale è stata sempre una: "Come noto il Ministero Pubblico ha aperto un procedimento penale, l'inchiesta in corso costituisce un impedimento a rispondere alle domande. Il Consiglio di Stato vuole attendere il risultato del procedimento penale per non interferire nell'inchiesta, raccogliendo in questa fase le informazioni utili per rispondere ai tre atti parlamentari".

Dadò: "Se si sono seguite le regole non c'è nulla di cui preoccuparsi"

"Il Paese aspetta l'esito degli accertamenti penali, dopodiché bisogna dare una risposta indipendentemente da quanto dirà la Magistratura", ha spiegato in aula Fiorenzo Dadò (Centro), presentando la sua interpellanza 'Un mistero incidente, è abuso di potere?'. "Il tentativo di distribuire colpe o responsabilità, così come comunicati dai sapore intimidatorio non deve trovare dimora in questo Paese. Le interpellanze non sono un atto di accusa, ma vanno affrontare così che anche chi si sente sul banco degli imputati abbia la possibilità di chiarire quanto successo. Se tutto è stato fatto secondo le regole, non c'è nulla di cui preoccuparsi", ha concluso Dadò.

De Rosa: “Il Governo vuole attendere l’esito del procedimento penale”

“Come ben noto”, ha risposto Raffaele De Rosa, presidente del Consiglio di Stato, “il Ministero pubblico ha aperto un procedimento penale. L’inchiesta in corso costituisce un impedimento a rispondere alle domande, come prevede la legge. Il Consiglio di Stato vuole attendere l’esito del procedimento penale per non interferire nell’inchiesta, raccogliendo in questa fase le informazioni necessario per rispondere”.

Sergi: “I Cittadini devono conoscere le procedure standard della Polizia”

“Crediamo che la nostra interpellanza”, ha spiegato all’aula Pino Sergi (MpS), presentando ‘Trasparenza e informazione: quale deve essere il ruolo della Polizia cantonale?’, “debba ricevere una risposta perché esula dai destini di Gobbi e pone il problema della politica di comunicazione di un ente fondamentale come la Polizia cantonale. La stampa ha chiesto informazioni per chiedere quali siano le procedure da seguire nei quando si effettuano i test dell’etilometro, e sarebbe importante che i cittadini conoscessero le procedure standard”. Questo, ha aggiunto Sergi, “anche perché quando il Governo risponderà all’interpellanza di Dadò la popolazione avrà così la possibilità di misurare e confrontare se queste procedure sono uguali per tutti, oppure no”.

De Rosa: “L’inchiesta aperta dal Ministero Pubblico ci impedisce di rispondere”

Come successo con Dadò, anche in questo caso De Rosa ha spiegato che “le domande poste alla Polizia cantonale dai media sono direttamente connesse alle richieste avanzate da Dadò. È quindi comprensibile che la Polizia abbia evitato di rispondere, perché la comunicazione è passata su un piano istituzionale. Come noto, e lo ribadisco, il Ministero Pubblico ha aperto un’inchiesta e questo costituisce l’impossibilità a rispondere”.

Sergi: “È assurdo che non si risponda”

Vista la risposta di De Rosa, il deputato dell’MpS ha detto “che è assurdo che non si diano risponde”, dicendosi “fortemente insoddisfatto”. Per questo ha chiesto al Parlamento una discussione generale, ma questa è stata respinta con 64 voti contro 15, e zero astenuti.

Cosa chiede la terza interpellanza

In seguito ha preso la parola Matteo Pronzini, autore della seconda interpellanza dell'MPS intitolata "Incidente Gobbi: le conseguenze politiche". "Preso atto che il Ministero pubblico ha aperto un'inchiesta contro il povero ufficiale di polizia e ignoti, chiediamo due cose nell'interpellanza", ha ricordato il deputato. "Non è il caso questa inchiesta sia affidata a un procuratore straordinario esterno, proveniente da un altro Cantone, come era già avvenuto in situazioni simili? La seconda cosa che abbiamo chiesto è politica: vogliamo sapere dal Governo come ritiene, dal punto di vista politico, che le competenze attribuite a Norman Gobbi in qualità di direttore del Dipartimento delle istituzioni vengano affidate a un altro membro dell'Esecutivo". 

Il Governo decide sempre di non rispondere

Anche in questo caso è intervenuto il presidente del Governo Raffaele De Rosa. Alla prima domanda ha risposto con un blando "no". Riguardo alla seconda, De Rosa ha ricordato che "la responsabilità sulla polizia cantonale è stata temporaneamente affidata a Claudio Zali in qualità di supplente, a seguito dell'autosospensione del collega Norman Gobbi. Per quanto riguarda la Magistratura, il problema non si pone per la separazione dei poteri".  Una risposta che non ha soddisfatto Pronzini, il quale ha ribadito che in base agli articoli citati dallo stesso presidente, le risposte devono essere "complete, oggettive ed esaustive". "Perché ha risposto con un semplice no? Ci sono situazioni nel passato in cui un caso è stato affidato a un procuratore straordinario esterno. La seconda risposta non l'ho capita. Chiediamo quindi una discussione generale. Non capisco tutto questo nervosismo del presidente del Governo se tutta questa storia riguarda un ufficiale di polizia". De Rosa ha replicato, cercando di zittire Pronzini. "Ci si può dichiarare insoddisfatti dalle risposte, ma non si possono proporre ulteriori domande. La risposta mi sembra ampiamente data". 

Bocciata anche la seconda discussione generale

Allora è intervenuto Pino Sergi, co-firmatario dell'interpellanza. "Sono profondamente insoddisfatto dalla risposta. Abbiamo chiesto una valutazione politica al Governo, che è stata aggirata con il balletto dei comunicati. Prima è intervenuto il legale di Norman Gobbi, l'avv. Galfetti, dicendo che il consigliere di Stato si è autosospeso. In seguito il Governo ha aderito alla proposta del collega. In questo modo si è aggirata la presa di posizione del Consiglio di Stato. Cosa pensa? È una cosa diversa che aderire a una proposta". Quindi si è votato sulla discussione generale, che è stata respinta con 60 no, 16 sì e un astenuto.