Ticino
“Non ho mai sentito un’esplosione così forte”
Redazione
4 anni fa
Un cooperante che vive e lavora a Beirut racconta il momento delle esplosioni. “Siamo ancora scioccati, Beirut ha bisogno di aiuto”

I colpi, poi l’onda d’urto e il rumore di vetri rotti. Questo è quello che hanno sommariamente vissuto gli abitanti di Beirut che oggi continuano nell’incubo delle esplosioni. Davide Amurri è un Cooperante italiano che vive e lavora in Libano. I colleghi di Teleticino lo hanno contattato e lui ha raccontato la sua storia. “Poco dopo le 6 abbiamo sentito una sorta di sobbalzo, pensavamo fosse un terremoto perché non troppo tempo fa la scossa che ci fu in Turchia si sentì fino a qui”, spiega. “Ma poi è arrivato il boato e l’ondata d’aria. Abbiamo capito subito che non era un terremoto e ci siamo rifugiati nella zona più protetta di casa nostra”.

“Inizialmente abbiamo sentito subito vetri distrutti ma non capivamo se arrivasse dal cielo o dal mare. Siamo a circa tre chilometri in linea d’area all’esplosione ma l’abbiamo sentita vicina”, racconta.

Davide ha vissuto a Gaza ma di boati del genere non ne ha mai sentiti: “È la prima volta che sento un’esplosione così forte”.

“Per mia moglie, che è libanese, è stato molto difficile. È cresciuta sotto le bombe della guerra e rivivere quei momenti è stato davvero toccante. Siamo ancora scioccati”, spiega. “Per fortuna però tra i nostri contatti non ci sono feriti gravi”.

La situazione sanitaria però è a dir poco insostenibile. “Gli ospedali non riuscivano ad accettare tutti i colpiti. C’è chi ha girato tutta la notta la città per trovare le cure. Chi aveva ferite lievi è stato rimandato indietro con qualche cerotto”. “Il sistema sanitario – prosegue – era già in grave situazione per il Covid e per la crisi finanziaria. Poco tempo fa l’ospedale più grande di Beirut aveva licenziato 800 persone tra medici e infermieri”.

Oggi a Beirut di rumore non c’è. Nonostante Davide viva in una zona molto rumorosa e movimentata si sentono solo ambulanze ed elicotteri che continuano a passare. “C’è un clima di attesa. Ora il Libano ha bisogno di aiuto da parte di tutti i partner internazionali. Il primo ministro ha dichiarato il lutto nazionale e lo stato d’emergenza”. E conclude: “Ha giurato di portare i colpevoli alle loro responsabilità. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni”.

E, proprio sulle ipotesi dei colpevoli, in diretta al TgEstate è intervenuta Marina Calculli, esperta di Medio Oriente che ha fatto un po’ il punto sulle ipotesi che stanno dietro alle esplosioni e ha spiegato la situazione critica a livello politico, sociale ed economico che il Libano stava già affrontando prima di questo ingiusto e terribile colpo.

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