Ticino
Ristoranti, come è andato il primo giorno del Pass
La giornata sembra si sia svolta senza particolari problemi, complice anche il sole. Alcuni dubbi sorgono però pensando ai mesi autunnali e invernali

“È andata bene. La maggior parte dei clienti si è seduta all’esterno, per cui non abbiamo dovuto chiedere nessun certificato. Qualcuno è entrato e abbiamo chiesto il documento: in 5 secondi si fa tutto, va molto veloce”. Così il presidente di GastroLugano Michele Unternährer descrive la prima giornata in cui è stato introdotto il certificato obbligatorio per accedere all’interno di bar e ristoranti.

Il vero banco di prova saranno però i mesi invernali. Ma quali sono esattamente le procedure per chi vuole sedersi all’interno? “Si arriva, ci si può accomodare e in quel momento chiediamo il documento, scansioniamo il QR con il telefonino: se è verde è valido. Inoltre chiediamo anche la carta di identità”.

Unternährer si dice favorevole alla misura per la possibilità di tenere aperto anche in inverno, confida che entro i mesi freddi le procedure saranno molto più chiare: “I clienti ora non sanno ancora bene come funziona e hanno un po’ di timore. Entro quel periodo spero che gli stessi avventori percepiranno come abitudine quello di far vedere il QR e il documento per apprezzare una buona cena in un ristorante ticinese. E per quanto riguarda i ristoratori che sono contrari, mi auguro che cambieranno idea e che apprezzeranno la possibilità di tener aperto”.

Sul primo giorno di certificato Covid è positivo anche lo sguardo di Guido Sassi, proprietario del Sass Cafè. Se la giornata calda ha portato all’interno dei locali dell’esercizio solo pochi clienti, l’operazione di controllo del certificato si è svolta senza intoppi. Per Sassi, si tratta del male minore: “C’è sempre qualcuno che si lamenta. Noi cerchiamo di fare funzionare nel migliore modo possibile le nostre aziende. Forse un problema si porrà in novembre, quando tutti i clienti dovranno consumare all’interno. È però possibile che ora di allora avremo molti più vaccinati di oggi”.

E in effetti fra gli avventori le opinioni divergono. “Non lo trovo giusto”, dichiara una cliente di un bar di Lugano. “Io non sono vaccinata e non ho intenzione di vaccinarmi per il momento. Quindi rinuncerò alla palestra, al ristorante e alla mia vita sociale”. Un’altra avventrice spiega invece che per lei “non cambia niente. Io sono vaccinata”, prima però di esprimere una certa preoccupazione per i non vaccinati, “che forse potrebbero essere costretti a mangiare all’esterno, al freddo. Io invito quindi tutti a vaccinarsi”.

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