Ticino
Il prezzo dell’uva ucciderà i vigneti di collina?
Foto CdT/Crinari
Foto CdT/Crinari
Filippo Suessli
4 anni fa
Il compenso per gli acini quest’anno sarà particolarmente basso, ciò rischia di mettere in ginocchio i viticoltori più rappresentativi del Ticino

Producono alcune delle uve più pregiate del Ticino e portano avanti un lavoro che l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl), in un suo studio, definisce “viticoltura eroica”, ma quest’anno vedono la loro sopravvivenza a rischio a causa del prezzo delle uve. Un tema che sta sollevando polemiche nel settore e ora arriva anche in Gran Consiglio. Il deputato leghista Fabio Badasci ha infatti inoltrato un’interrogazione che chiede al Consiglio di Stato di agire.

Le produzioni di collina sono “pregiate non solo per i gradi oechsle (la misura della densità del mosto, ndr) delle stesse, ma perché dietro c’è un lavoro non indifferente che garantisce al nostro paesaggio un pregio che non possiamo perdere solo per questioni economiche dei grandi produttori”, scrive Badasci, nell’atto parlamentare firmato anche dai granconsiglieri Censi, Alberti, Bignasca, Piezzi, Balli, Speziali e Garzoli.

Il prezzo proposto quest’anno, infatti, è di 4 franchi per i primi 500 grammi al metro quadro, compenso che gli interroganti giudicano “ragionevole”. Altre 300 grammi, invece, verranno pagati solo 2 franchi. Ed è qui che nasce la questione. Con questo rendimento dell’uva, chi coltiva i terreni più ostici ma più pregiati (sia dal punto di vista vitivinicolo che paesaggistico) rischia di “non avere più i mezzi finanziari sufficienti per garantire la manutenzione dell’impianto, dei muri a secco”, si legge.

Ecco quindi che Badasci e cofirmatari chiedono al Governo:

1. Siete a conoscenza dell’andamento del prezzo delle uve e il relativo evidente problema in caso di abbassamento eccessivo del prezzo in rapporto alla manutenzione del nostro territorio collinare e al valore paesaggistico?
2. Il CdS non ritiene necessario intervenire per garantire un futuro ai vigneti collinari che rivestono tuttora un’importante attività quale risorsa economica ma ancora maggiormente come peculiarità paesaggistica ed architettonica ticinese? Sarebbe opportuno ripensare e riproporre un sistema di pianificazione territoriale tenendo in considerazione lo studio effettuato dal WSL?
3. Il CdS intravede altre soluzioni praticabili in tempi brevi o ritiene che sia opportuno dare priorità al “libero mercato”?

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