Ticino
Il Governo è contrario al voto agli stranieri
Foto CdT
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Marco Jäggli
4 anni fa
Il Consiglio di Stato invita a respingere l’iniziativa parlamentare PS che vuole concedere voto ed eleggibilità agli stranieri nelle votazioni comunali

Concedere ai comuni la facoltà di estendere il diritto di voto ed eleggibilità agli stranieri nelle votazioni a livello comunale. Questo il contenuto dell’iniziativa parlamentare socialista, presentata il 17 febbraio e firmata da Fabrizio Sirica, Anna Biscossa, Laura Riget, Carlo Lepori, Gina la Mantia e Nicola Corti. Iniziativa che però non ha trovato il sostegno del Consiglio di Stato: l’Esecutivo cantonale infatti, in un rapporto del 19 agosto, ha invitato il Gran Consiglio a bocciare la proposta, adducendo come motivazione principale che “Il conferimento dei diritti politici non deve costituire una misura di integrazione ma semmai rappresentare una sorta di attestazione dell’evvenuta integrazione”. Lo riporta il CdT.

Le argomentazioni
Per il PS la proposta era giustificata dall’alta percentuale di stranieri presenti sul territorio (“più del 28% degli abitanti ticinesi”) e che, per molti di essi, magari interessati a partecipare attivamente alla politica, “la procedura di naturalizzazione e le spese conseguenti costituiscono un deterrente importante”. Secondo l’Esecutivo cantonale però “l’aver vissuto per anni o addirittura decenni in Ticino senza avviare una procedura di naturalizzazione dimostra che la persona straniera non ha un interesse a partecipare direttamente alla vita politica e che ha fissato il domicilio in Ticino sulla base di altre ragioni”. Per il Governo dunque l’iniziativa socialista “sembra voler conferire i diritti politici alle persone straniere al solo scopo di evitare loro uno sforzo che invece il perseguimento di un vero senso di democrazia considererebbe esigibile”.

Il Consiglio di Stato non condivide inoltre l’argomentazione del PS secondo la quale la misura aiuterebbe a risolvere il problema della reperibilità dei candidati per le votazioni: la misura non avrebbe infatti un particolare impatto e il problema si è già attenuato a seguito delle fusioni di diversi comuni, che ne hanno dunque ridotto il numero. Il Governo inoltre ricorda che una proposta simile era stata avanzata senza successo il 12 marzo 2012 e già respinta dell’Esecutivo Cantonale. Il 6 novembre 2018 inoltre era stata respinta un’altra proposta, formulata in un emendamento durante la discussione sul progetto di nuova legge sull’esercizio dei diritti politici, per estendere il diritto di voto ai cittadini stranieri.

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