Ticino
Nella battaglia sui conti la spunta la destra
Foto CdT/Crinari
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Redazione
3 anni fa
Approvata a stretto margine l’iniziativa di Sergio Morisoli in cui si chiede di raggiungere il pareggio dei conti entro il 2025. Approvato però l’emendamento Plr che chiede di farlo “prioritariamente” invece che “esclusivamente” tramite i tagli alla spesa. Compatta la sinistra: “Problema nato dagli sgravi fiscali”

Il Gran Consiglio nella sua seduta odierna ha approvato l’iniziativa di Sergio Morisoli e firmatari sul raggiungimento di un pareggio dei conti cantonali entro il 2025. Ma in Gran Consiglio è stata battaglia per l’approvazione, con la sinistra sulle barricate e una vittoria risicata per 45 sì (da Plr, Lega e Udc) contro 39 no (da Ps, Verdi, Mps, Pc, Più donne e Ppd). Da un lato, chi reputa che su 4 miliardi di spesa pubblica ci siano margini di risparmio “altrimenti rischiamo il baratro”, mentre dall’altro tornano a risuonare le accuse contro gli sgravi fiscali, a causa dei quali “da anni pagano le fasce più deboli”.

Cambia un avverbio, da “esclusivamente” a “prioritariamente”
L’idea dei promotori era di raggiungere il pareggio dei conti “esclusivamente” intervenendo sulla spesa, dunque senza nuovi aumenti d’imposti e senza nuovi oneri per i comuni, e che si è tradotta in un decreto legge che decadrebbe una volta raggiunto questo risanamento finanziario. Questa visione verrà comunque mitigata da un emendamente Plr, approvato a maggioranza, che ha cambiato il termine “unicamente” in “prioritariamente”, consentendo più margine di manovra ed evitando di colpire eccessivamente le fasce meno abbienti.

Il dibattito
“Il pareggio è una questione morale”, ha affermato Morisoli, “ma in quest’aula è sempre morale prendere soldi agli altri e non domandarsi come vengono spese. Una questione di rispetto per chi viene dopo di noi e avrà una situazione peggiore ma che dovranno restire montagne di milioni spesi da noi per i nostri interessi”. La paura è che il deficit diventi strutturale, a cui ha risposto compatta l’ala sinistra del Gran Consiglio. Il particolare Ivo Durisch ha negato che non si sia mai intervenuto sulla spesa, elencando tagli al sociale, alla pianificazione ospedaliera e all’amministrazione cantonale: “Ogni volta, appena raggiunto un timido equilibrio finanziario queste stesse forze politiche promuovono e votano inutili sgravi fiscali che rigettano ciclicamente nel profondo rosso le finanze cantonali”.

A Durisch hanno risposto Plr e Lega con le parole di Alessandra Gianella e Boris Bignasca. La prima ha affermato che “Nessuno dice che i soldi vengono gettati dalla finestra, ma su un budget di 4 miliardi con una spesa in aumento continuo è necessario e possibile intervenire”. Così invece il capogruppo leghista: “Non è più politica, è questione di lasciare alle future generazioni la possibilità di non pagare un debito ‘monstre’ e i suoi relativi oneri. Dobbiamo scegliere, forse possiamo ancora salvare il paese dal baratro”. Più conciliante la posizione del capogruppo Ppd Maurizio Augustoni: “Il mio gruppo ritiene preferibile l’approccio inglese, ovvero non posare dei binari su cui far scorrere obbligatoriamente il percorso di risanamento, ma porre delle linee rosse che non possono essere oltrepassate nel percorso di equilibrio dei conti pubblici”.

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