Ticino
Naturalizzazione imam, il caso torna alla SEM
Immagine CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
2 anni fa
Il Tribunale amministrativo federale ha accolto il ricorso di Samir Radouan Jelassi, imam di Viganello, che si era opposto alla decisione della SEM di revocargli il passaporto elvetico

La Segreteria di Stato della migrazione (SEM) dovrà di nuovo chinarsi sul caso dell’imam di Viganello, a cui nel novembre 2018 aveva revocato la cittadinanza svizzera. Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ha infatti accolto il ricorso del religioso Samir Radouan Jelassi, ridimensionando la portata delle accuse mosse dalla SEM. Quest’ultima, ricordiamo, si era basata su un preavviso negativo del Servizio delle attività informative della Confederazione e riteneva che il religioso fosse coinvolto in attività di terrorismo islamico. Accuse che erano state respinte dallo stesso Jelassi, nei cui confronti non è mai stato aperto un procedimento penale. Quest’ultimo aveva organizzato anche una conferenza stampa a Lugano, durante la quale aveva negato di aver mai avuto legami con il terrorismo islamico.

Nella sua sentenza il TAF, di cui riferisce il Corriere del Ticino, invita la SEM a condurre un’indagine più approfondita, analizzando in particolare le connessioni contestate all’imam con ambienti radicali e legati al terrorismo, nonché circostanziare i sospetti dei servizi segreti. “Con questo non si vuole affermare che l’idoneità del richiedente sia da considerarsi data”, precisa il TAF. “Permangono infatti alcuni elementi che non sono certo privi di rilevanza per la valutazione circa l’esistenza di una possibile compromissione della sicurezza interna o esterna della Svizzera”. Ma in caso di un ulteriore diniego, aggiunge il TAF, la SEM dovrà “avvalorare la proprie argomentazioni sulla base di riscontri oggettivi e di considerazioni giuridiche e fattuali chiare, non speculative e non arbitrarie”.

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