Ticino
“La scuola dev’essere in presenza”
Foto CdT
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Il DECS ha pubblicato un sondaggio riferito alle scuole medie superiori sul periodo del lockdown. Berger: “Sono emerse criticità”

Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), tramite la Sezione dell’insegnamento medio superiore della Divisione della scuola, ha pubblicato il rapporto riferito alle scuole medie superiori dell’indagine “Check-up distance learning” (verifica sull’apprendimento a distanza) durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia Covid-19. L’indagine è stata realizzata dall’Istituto per la valutazione esterna delle scuole di livello secondario II (IFES) e ha coinvolto tramite questionari online più di 3’200 intervistati.

L’inchiesta aveva l’obiettivo di valutare il grado di soddisfazione e i vissuti di allievi, genitori, docenti e dirigenti scolastici rispetto all’esperienza sulla didattica a distanza nel periodo dall’11 marzo all’8 giugno 2020.

“Emerse criticità”
“Abbiamo voluto fare questo sondaggio tenendo conto che in primavera abbiamo avuto uno stravolgimento eccezionale”, ha spiegato Emanuele Direttore della Divisione della scuola ai microfoni di Radio3i. “Naturalmente sono emerse delle criticità e una di queste è stata la comunicazione tra docenti e allievi, la situazione è estremamente variegata”. I docenti, invece, “hanno lamentato un carico di lavoro superiore al normale e una difficoltà di conciliare la vita lavorativa e privata”.

Oltre 3mila persone
Sono 3’263 le persone che hanno risposto alle domande del sondaggio: 1’581 allievi (pari a circa il 30% del totale del settore medio superiore), 312 docenti (circa il 50% del totale dei docenti di questo settore), 1’357 genitori e 13 rappresentanti delle direzioni dei sei istituti scolastici. Si tratta di un tasso di partecipazione più che soddisfacente sia dal punto di vista numerico, sia per la rappresentatività delle singole sedi scolastiche.

I temi principali
I principali temi toccati dall’indagine riguardano appunto l’organizzazione della scuola e dell’insegnamento, gli aspetti legati alla comunicazione dei cambiamenti introdotti, la motivazione degli allievi, i contatti sociali e il sostegno ricevuto, le risorse e i carichi di lavoro.

Limite al sostegno tra insegnanti
In generale, per quanto concerne la capacità dell’istituto scolastico di riorganizzarsi e di adattare l’insegnamento alle nuove condizioni, docenti e direzioni scolastiche hanno espresso un buon grado di soddisfazione, più elevato rispetto a quanto dichiarato da allievi e genitori. Se circa l’80% dei docenti e la quasi totalità dei dirigenti scolastici hanno affermato di condividere la bontà del sistema adottato, le percentuali di allievi e genitori che hanno indicato il loro accordo varia tra il 40 e il 50%. L’indagine IFES ha proposto alcune domande sulla motivazione, sull’impegno e sulla soddisfazione degli allievi nei confronti della scuola a distanza. Dalle risposte di tutti i gruppi intervistati risulta chiaramente che la didattica online viene apprezzata come soluzione d’emergenza, ma che non può sostituire in modo adeguato l’insegnamento in classe, sia per le implicazioni pedagogico-didattiche così come per quelle relazionali. In un periodo contraddistinto da grande incertezza, la quasi totalità dei docenti si è sentita sufficientemente sostenuta dalle proprie direzioni scolastiche. L’isolamento forzato ha invece limitato le possibilità di sostegno reciproco e di collaborazione fra insegnanti.

“La scuola dev’essere in presenza”
In tutti i gruppi intervistati emerge l’impressione che durante il periodo di scuola a distanza gli allievi abbiano imparato meno o molto meno rispetto alle lezioni in presenza. Più del 40% degli allievi ha affermato che studiare a casa è stato difficile, anche a causa di distrazioni solitamente non presenti in aula. Ma Berger non ha dubbi: “In futuro la scuola dev’essere in presenza”. E conclude: “Il livello di apprendimento, secondo uno studio britannico, si è notevolmente abbassato con la scuola a distanza”.

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