Ticino
La ristorazione si reinventa
Redazione
3 anni fa
Grotti che consegnano sushi, chef internazionali che vanno in casa della gente, vasetti di melanzane sott’olio. Ecco come alcuni ristoratori hanno cambiato strategia di fronte al Covid

Vivere di ristorazione in questo 2020 è peggio di una montagna russa. Prima il lockdown, poi l’estate con uno scampolo di normalità e poi la seconda ondata. Ora arriva il Natale, l’appuntamento dell’anno, e i segnali non sembrano buoni. Ai tavoli ci si può sedere ancora solo in quattro e nessuno sa quanti avranno voglia di festeggiare il Natale fuori casa. “Normalemente da metà novembre fino a metà gennaio sono mesi in cui si lavora fortissimo, con cene aziendali, cene tra amici, cene di classe”, racconta Fabrizio “Mamo” Quadranti del Grotto San Martino di Mendrisio. “Quest’anno purtroppo siamo praticamente a zero”.

Natale sì, ultimo dell’anno forse

Al Grotto San Martino l’idea è di preparare un menu natalizio che funzioni anche per l’asporto e aspettare cercando di capire se al tavolo vi saranno ancora limiti. Diversa la questione San Silvestro. “Se la chiusura sarà alle 23 sarà difficile fare un cenone”, racconta Quadranti. Insomma, la conclusione di un anno complicato, in cui il noto grotto di Medrisio si è spinto a consegnare sushi, per fare una cosa diversa durante la chiusura delle frontiere.

Lo chef internazionale

Un altro che si è visti i piani rovinati dal Covid è Federico Zinzi, uno chef che lavora in alberghi e ristoranti in giro per il mondo. “Dovevo partire per lavorare in un hotel in costa Rica, purtroppo il Covid ha fermato tutto”, ha raccontato a Teleticino. Dopo qualche impiego a percentuale, Federico ha ideato Chef Tato e si è trasformato in cuoco a domicilio: “Porto l’emozione e il piacere del mangiare in compagnia a casa tua, rispettando tutte le norme d’igiene, cercando di lasciare un’emozione unica in quelle poche ore passate insieme”. I menu sono tre: fusion, mediterraneo e ticinese, oppure si può chiedere un menu ad hoc. “Io farò la spesa e arriverò in casa per cucinare il menu scelto o inventato insieme”. Un altro modo di stare in compagnia.

Dal ristorante ai vasetti

Cristina Olivo, invece, dopo che il ristorante che gestiva con il marito non è sopravvissuto alla pandemia, si è reinventata a Melide, dove ha creato Le Delizie del Borgo. I suoi piatti forti sono le lasagne, arrosto, pane e melanzane sott’olio. Una bottega d’artigianato culinario dove il rapporto è più intimo e i clienti difficilmente acquistano e scappano subito: “Qui c’è un rapporto che al supermercato non c’è”, racconta. “C’è tanto da fare, però è una soddisfazione quando il cliente torna e chiede: ne hai ancora?”.

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