Ticino
L’MPS vuole un lockdown cantonale di due settimane
Foto © CdT/ Chiara Zocchetti
Foto © CdT/ Chiara Zocchetti
Marco Jäggli
3 anni fa
Per il movimento il cantone ha bisogno di “staccare l’interruttore” e ripartire poi con “attenzione e sicurezza”

Secondo l’MPS, la situazione sanitaria Svizzera è sempre più grave e “siamo uno dei paesi messi peggio in Europa”, con gli ospedali in Svizzera interna vicini alla saturazione e che stanno cominciando a rinviare le operazioni e gli interventi non urgenti. “Il nostro cantone”, si legge nel comunicato, “sta seguendo la stessa evoluzione con qualche settimana di ritardo, ma la tendenza è ormai evidente: aumento dei ricoveri, delle persone ricoverate in cure intense e dei morti”. Per questo motivo, il Movimento per il socialismo chiede di “agire con urgenza con misure drastiche, magari limitate nel tempo come sembrano suggerire anche alcuni esperti economici non certo appartenenti alla sinistra rivoluzionaria”.

“Due settimane di stop”
Nello specifico, si chiede quindi alle autorità cantonali di decretare un nuovo lockdown per le attività non essenziali per due settimane, almeno fino alla fine delle vacanze dei morti, per “cercare quindi di spegnere l’interruttore per un po’ e poi ripartire con attenzione e in sicurezza cercando di evitare di dover arrivare tra un mese ad una situazione assolutamente ingestibile”. Questo perché “non ci si può più nascondere dietro a false rassicurazioni continuando a ripetere che è ‘tutto sotto controllo’ o a falsi appelli alla responsabilità individuale solo per cercare di salvare un sistema economico già al collasso. Le misure introdotte finora non servono (il caso di Ginevra la dimostra molto bene)”.

Due settimane di interruzione quindi, “richiedendo alla Confederazione una serie di aiuti finanziari (lavoro ridotto, indennità per indipendenti ecc.) per evitare che queste misure pesino ancora una volta sui salariati e le salariate o sui lavoratori indipendenti Un sistema per ridare fiato al sistema sanitario e per mettere poi il cantone nelle condizioni di ripartire in sicurezza”. “Nessuno di noi e soprattutto il personale sanitario”, scrive infine l’MPS, “ha voglia di rivivere quello che abbiamo passato a marzo o aprile, agiamo subito per evitare il peggio”.

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