Ticino
Iniziativa PPD in favore delle neomamme
© CdT/ Chiara Zocchetti
© CdT/ Chiara Zocchetti
Marco Jäggli
4 anni fa
Un gruppo granconsiglieri PPD+GG hanno presentato un’iniziativa per far conteggiare il periodo dedicato all’accudimento dei figli negli anni di servizio delle dipendenti statali

“Lo Stato non penalizzi le neo mamme”. Questo il titolo con cui un gruppo di granconsiglieri PPD+GG, composto da Lorenzo Jelmini, Giorgio Fonio, Maddalena Ermotti Lepori, Claudio Isabella e Sara Imelli, ha presentato un’iniziativa parlamentare per conteggiare negli anni di servizio delle madri che lavorano il tempo dedicato all’accudimento dei figli. “Il ruolo della donna nella nostra società è sempre più d’attualità”, scrivono gli iniziativisti, aggiungendo che “il principio secondo il quale occorre garantire gli stessi diritti e le stesse opportunità a uomo e donna è ancora lontano da essere concretizzato, questo malgrado questo principio sia ben presente nella legislazione svizzera a partire dalla Costituzione. Parallelamente”, proseguono, “bisogna anche dare corretto riguardo a ruoli fondamentali per la nostra società che troppo spesso si fatica a riconoscere. Tra questi vi è certamente il ruolo di madre”.

Maternità conteggiata come anni di servizio per le impiegate statali
Per consentire questo riconoscimento e garantire le pari opportunità, si legge ancora nel comunicato stampa, “lo Stato deve essere in prima linea e lo può fare innanzitutto nella conduzione del suo personale”. Per questo, sostengono i firmatari, lo Stato dovrebbe garantire alle sue dipendenti “che al rientro dal congedo maternità alla dipendente viene computato, nel conteggio degli anni di servizio, anche il periodo che ha dedicato all'accudimento del/dei figlio/i”. Questo verrebbe svolto modificando la Legge sull'ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (LORD) e la Legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato e dei docenti (LStip).

“Qualcosa non funziona se la maternità è considerata un problema”
“È evidente che nella nostra società e nel mondo del lavoro qualcosa non funziona se la maternità viene considerata un problema!”, si legge, “e ancora qualcosa non funziona anche se il tempo che una dipendente decide di dedicare al nascituro a seguito della maternità non viene valorizzato, anzi, è causa di penalizzazione per la carriera della neo mamma”. Questa valorizzazione, si legge ancora sarebbe possibile dunque “riconoscendo i mesi di congedo chiesti oltre alle 16 settimane previste dalla LStip nel computo degli anni di servizio della dipendente. In questo modo la dipendente, che è maggiormente soggetta a interruzioni di carriera, non viene penalizzata nel compiere un ruolo che ha delle ricadute positive anche sulla collettività”.

“Se l'assenza dal posto di lavoro è dovuta ad altri motivi non avremmo obiezioni”, concludono gli iniziativisti, “ma proprio perché riteniamo che la maternità e il tempo dedicato ai nascituri sono importanti pure per la società, occorre che anche il datore lavoro lo riconosca con misure concrete”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata