Ticino
Incombono le ruspe su due ville storiche, la Stan insorge
Incombono le ruspe su due ville storiche, la Stan insorge
Incombono le ruspe su due ville storiche, la Stan insorge
Redazione
4 anni fa
L'associazione presenta ricorso contro la demolizione di due edifici in via San Gottardo a Lugano

Due ville storiche a Lugano rischiano di scomparire. A metà gennaio è stata infatti presentata una domanda di demolizione per i due edifici che sorgono in via San Gottardo, incastonati fra il Convento dei Cappuccini e la "Colombera". Ora la Società Ticinese per l’Arte e la Natura (STAN) ha deciso reagire, inoltrando ricorso contro il rilascio dell’autorizzazione a demolire le due ville Colombo. Questo per ragioni giuridiche, pianificatorie e culturali. 

Tre motivi per opporsi 

Giuridico - Secondo la STAN l'istanza lede la Legge edilizia, la quale esige che "i cambiamenti importanti dello stato fisico dei fondi debbano essere, semmai, autorizzati sulla scorta di progetti che dimostrino la situazione alla quale si tende dopo l’intervento". Nel caso specifico l’istanza "non reca alcuna documentazione grafica per mostrare quale sarebbe l’annunciata “sistemazione a verde”, né, tantomeno quale sarebbe la configurazione finale del ripido pendio sul quale oggi sorgono i due edifici". L’istanza, dunque, si scontra con la giurisprudenza del TCA, secondo la quale operazioni di demolizione all’interno di una zona edificabile, senza la contemporanea presentazione di un progetto di edificazione, per di più senza produrre una riga di motivazione, non sono atti accettabili.

Pianificatorio - La STAN chiede al Municipio di Lugano di dare avvio a una variante pianificatoria per completare la lista dei beni culturali da proteggere nel Centro di Lugano (l'attuale risalare "agli anni '80 ed è per molti versi "obsoleto"). Il comparto Salita dei Frati, dove sorgono appunto le due villette, è infatti definito "zona sensibile" e comprende villa Colombaia, protetta mediante il PR. Per la STAN "è privo di senso culturale tutelare una vittla su 8, pur essendo tutte di valore architettonico simile". Per l'associazione la demolizione progressiva delle due villette "danneggerebbe irreparabilmente la qualità abitativa di quella rimanente e l’immagine del Convento. Concetto, questo, suffragato dalla recente dottrina giuridica".

Culturale - Strettamente legato al motivo pianificatorio vi è quello culturale. "Non c’è dubbio che in questo comparto, ancora prevalentemente ben conservato, siamo al cospetto di un pregevole esempio di urbanistica signorile, ispirata ai canoni inglesi della “città giardino” che merita indubbiamente di essere conservato, valorizzato e tramandato in quanto tale" scrive la Stan. "Il discorso si fa ancora più preciso quando si ponga mente al personaggio che disegnò la bella villa del fondo mapp. N 934. Si tratta di Otto Maraini (1863–1944), architetto di grande talento che operò con successo non solo a Lugano, ma anche a Roma, dove realizzò, in particolare la villa Maraini che oggi ospita l’Istituto Svizzero". Per l'associazione è dunque importante "rispettare la maestria dell’architetto, ma anche quella di tutti gli artigiani che con il loro saper fare hanno permesso al disegno di materializzarsi". 

La discussione corre sui social

La notizia della demolizione ha acceso la discussione sui social, dopo che la pagina Facebook Lugano Vintage ha pubblicato le foto delle due ville e la relativa domanda di demolizione. C'è chi critica il "disinteresse per la storia", chi parla invece semplicemente di "tristezza" per una Lugano che non si riconosce più. 

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