Ticino
Il sushi della discordia: “Più controlli ai valichi”
Le code al confine per il cibo portano l’attenzione alla necessità di avere più controlli. Marchesi: “Problema di sicurezza pubblica”. L’avvocato Jackson: “Al limite di quello che la legge consente”

Da qualche giorno la dogana di ponte Cremenaga si sta rivelando un ruolo piuttosto affollato. Merito o colpa degli estimatori del sushi che qui si mettono in colonna per attendere le consegne da oltre frontiere. Questa, lo ricordiamo, è stata una situazione giudicata “inaccettabile” dal Municipio di Monteggio che ieri, in una missiva alle autorità, ha chiesto l’intervento per risolvere gravi problemi di ordine pubblico che si creano appunto al valico doganale. I colleghi di Teleticino proprio a due passi dalla dogana hanno incontrato il sindaco Piero Marchesi.

“C’è un problema di sicurezza pubblica”, asserisce Marchesi. “C’erano auto ovunque, è una questione di ordine pubblico”, aggiunge. Quello che il Municipio chiede è infatti “una presenza costanza in queste fasce orarie da parte delle guardie di confine”. Stando a Marchesi “è necessario per controllare la situazione”. “Ho ricevuto molte telefonate di richiamo dai cittadini che vivono qui, la situazione è intollerabile”, sottolinea.

Ma proprio per le guardie di confine la questione del sushi alla frontiera sta diventando un problema. “Il valico di Ponte Tresa è presidiato in parte in modo dinamico dai collaboratori dall’Amministrazione federale delle dogane(Afd). La situazione è stata segnalata anche alle autorità italiane”, ha spiegato ai microfoni di Radio3i Nadia Passalacqua, portavoce Afd. Per le prossime settimane Passalacqua assicura che la situazione migliorerà. “La questione è nota, la problematica è conosciuta ed è stato messo in atto un dispositivo congiunto per intensificare i controlli ai valichi interessati”, ha sottolineato.

I dubbi, lo sappiamo tutti, di questi tempi nascono come funghi. Ma l’operazione in quanto tale è consentita? È concretamente possibile recarsi in dogana per ritirare del cibo ordinato in Italia? Per rispondere ai quesiti i colleghi di Teleticino hanno chiesto l’aiuto dell’avvocato Christopher Jackson.

“La merce non può transitare da sola e il confine non è una zona di scambio e non è un punto franco”, spiega Jackson. “Vuol dire che bisogna vedere in questo tipo di compra-vendita se è il cittadino svizzero che attraversa il confine e porta in Svizzera la merce, o se è il venditore italiano che esporta la merce oltre confine. Questo comporterebbe una serie di procedure di sdoganamento, altrimenti si tratta di un passaggio di merce non legale”, sottolinea. Ma attenzione. “Bisogna fare attenzione alle note normative anti-Covid che non permettono l’ingresso in Italia senza aver effettuato un tampone o per motivi urgenti. È uno spingersi al limite di quello che la legge consente”.

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