Ticino
“Gli applausi non bastano più”
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Le azioni di protesta del personale sanitario hanno preso il via oggi. In Ticino sindacati e associazioni chiedono dignità e condizioni di lavoro più umane: “Il personale vuole fatti”

Gli applausi non bastano più: il personale sanitario protesta per la situazione, le richieste vanno da salari più degni a condizioni di lavoro più umane. “Questa professione non è solo una professione ma è anche una vocazione”, ha detto Fausto Calabretta, sindacalista Vpod. “Ora il personale sanitario vuole i fatti”, ha aggiunto.

Proprio nei giorni in cui i nosocomi ticinesi si riorganizzano per affrontare la seconda ondata di Covid, gli infermieri chiedono ascolto e fatti. Per voce di sindacati e associazioni, si rivendicano salari più adeguati, meno burocrazia, un prepensionamento degno, miglior conciliabilità e, soprattutto, più tempo.

“Spesso si sentono esecutori di ordini, trascurando l’ammalato. Si è arrivati a questo punto soprattutto negli ultimi anni”, ha spiegato Mattia Bosco di Sindacati Indipendenti Ticinesi. La settimana di mobilitazione culminerà sabato a Berna, ridimensionata proprio a causa del coronavirus. Ciò che, più di ogni altra cosa, la scorsa primavera, ha acceso i riflettori su di loro e sulla loro importanza. Ma questi, secondo il sindacalista OCST Gianni Guidicelli la pandemia ha solo evidenziato i problemi già esistenti.

“Questa crisi ha messo in evidenza a una difficoltà strutturale del settore”, spiega Guidicelli. “Già prima del Covid chiedevamo migliori condizioni, sempre più personale esprime il disagio e la loro fatica di poter continuare a lavorare in queste condizioni. Ma con il coronavirus la situazione è peggiorata”, ha affermato invece la presidente dell’Associazione Svizzera Infermieri Ticino Luzia Mariani.

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