Ticino
«Con Moncucco c’è un progetto sanitario»
Foto Reguzzi
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Redazione
3 anni fa
Augusto Pedrazzini ha spiegato le ragioni della scelta dell’acquirente della Santa Chiara. Glauco Martinetti, Direttore generale di EOC: «Durante l’assemblea non c’è stata discussione, la scelta sembrava già essere stata fatta: legittimo, ma poco democratico».

L’acquisto della Clinica Santa Chiara per mano della Clinica Luganese Moncucco è per certi versi una decisione storica. L’operazione di vendita, che va avanti da poco dopo Natale, è sta comunicata ieri in tarda serata ed è avvenuta non senza dissidi interni che hanno portato alla dimissione immediate dell’ex direttrice sanitaria Daniela Soldati e del presidente della società Philipp Meyer.

Il nosocomio, come noto, versa in grave situazione finanziarie e, stando a informazioni di Teleticino, i debiti sarebbero di poco inferiori ai 20 milioni di franchi fra ipoteche e anticipi di liquidità da parte delle banche. Una cessione quindi inevitabile, e in cui determinante per la scelta della Moncucco è stata la posizione di quattro medici in possesso della maggioranza delle azioni della società, tra questi anche il dottore Augusto Pedrazzini: «Abbiamo scelto Moncucco perchè con loro abbiamo sviluppato un progetto sanitario. Moncucco ci ha dato garanzie di sviluppo e garanzie di occupazione del personale, così come un mantenimento dell’offerta sanitaria come lo è adesso. Ha inoltre condiviso la necessità di sviluppare settori che ora hanno un’offerta solo limitata alla Santa Chiara».

«In questa direzione - ha continuato Pedrazzini - ci ha spinto la constatazione che la Clinica avesse grosse difficoltà finanziarie e un’immagine verso l’esterno non soddisfacente. L’ex direzione non ha condiviso la nostra proposta, era da anni alla ricerca di una soluzione finanziaria senza arrivare da nessuna parte. Abbiamo avuto un incontro, ma loro ci hanno risposto picche».

Sul tavolo degli azionisti c’erano almeno sei offerte, tra cui quella dell’Ente ospedaliero cantonale. «Gli altri gruppi hanno offerto molto, ma non hanno presentato un progetto vero e proprio, a differenza di Moncucco», ha commentato Pedrazzini. Una posizione non condivisa da Glauco Martinetti, Direttore generale di EOC: «Durante l’assemblea non c’è stata discussione, la scelta sembrava già essere stata fatta: legittimo, ma poco democratico. La nostra soluzione era lungimirante e teneva in considerazione il bisogno sanitario della regione: davamo garanzia totale della continuità dei mandati e avremmo sviluppato un polo ambulatoriale. Battaglia pubblico-privato? Non è un problema: gli equilibri non sono cambiati».

Sul tema si è espresso anche il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa: «L’offerta dell’Ente ospedaliero cantonale era molto interessante, in particolare pensando alla creazione di un polo ospedaliero in ambito stazionario ambulatoriale per tutto il Locarnese e tutto il Sopraceneri. L’auspicio è che i rapporti tra pubblico e privato possano rafforzarsi, prendendo esempio proprio dall’ottima collaborazione durante la pandemia tra EOC e Clinica Luganese Moncucco».

Il servizio di Teleticino con Augusto Pedrazzini, Glauco Martinetti e Raffaele De Rosa

Mauro Dell’Ambrogio, presidente del CdA della Clinica Moncucco, ha confermato che il nome sarà lo stesso. «La Santa Chiara è un marchio che esiste da sempre e anche in passato, con due cambi di proprietà negli ultimi 20 anni, il nome è rimasto lo stesso».

Il presidente del CdA ha parlato anche dei progetti concreti per rilanciare il nosocomio locarnese. «L’obiettivo è di sviluppare sinergie tra le due cliniche del Sopraceneri e Sottoceneri, applicando degli accorgimenti organizzativi e strutturali che abbiamo sperimentato con successo negli ultimi anni nel Luganese. Pensiamo di poter rimettere la clinica in condizioni di stare in piedi sulle proprie gambe all’interno di un gruppo nel quale saranno curate tutta le forme di collaborazioni possibili.

Tra le diverse offerte presentate agli azionisti della Santa Chiara, quella di Moncucco è risultata tra le più basse. «Il voto è stato democratico perché c’era una maggioranza» ha replicato Dell’Ambrogio a Martinetti. «Ci è stato richiesto di presentare un’offerta, cosa che abbiamo fatto. Gli altri si sono messi a disposizione in seguito con dei rialzi e non sto qui a giudicare i loro intenti. Noi abbiamo negoziato un prezzo e quando abbiamo visto la corsa al rialzo abbiamo fatto solo dei minimi cambiamenti. La maggioranza che ha votato per noi sono medici che hanno interesse a una continuità e alla sopravvivenza della clinica e non a fare un’operazione speculativa per trarre il massimo profitto».

L’intervista completa di Teleticino a Mauro Dell’Ambrogio

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