Ticino
Con il Covid soffre anche il cioccolato ticinese
Marco Jäggli
3 anni fa
Contro tutte le aspettative un anno chiusi in casa ha ridotto non solo la produzione ma anche il consumo di cioccolata. Come reagiscono i produttori?

Leggendo il bilancio 2020 dei produttori di cioccolato svizzeri c’è da rimanere stupiti: comprensibile il crollo delle esportazioni, meno che sia sceso anche il consumo interno che cala sotto la soglia psicologica dei 10kg pro capite all’anno. Non capitava dal 1982. Teleticino si è recata da Chocolat Stella a Giubiasco per cercare una spiegazione: il ciccolato non è il tipico bene di conforto? “In effetti si dice che nei momenti di crisi il consumo di cioccolato tenda ad aumentare proprio perché si ha bisogno di qualcosa per addolcire la propria vita”, spiega Alessandra Alberti, Direttrice di Chocolat Stella, “quest’anno purtroppo non è stato proprio così, anche perché è un prodotto molto apprezzato da tutti ma che viene spesso regalato, sia da noi quando andiamo all’estero sia dai turisti che vengono a comprarlo in Svizzera. Quindi a livello di settore abbiamo avuto una riduzione importante di produzione e fatturato”.

Un anno difficile
-10% di produzione e -14,5% di fatturato, più precisamente. Questi i numeri della flessione nell’anno del coronavirus, per una perdita di 260 milioni di franchi in totale. “Anche noi siamo sulla stessa barca”, spiega Alberti, “siamo 16 produttori di cioccolato in Svizzera, dai più piccoli ai più grandi. Anche noi quindi abbiamo avuto una riduzione della produzione perché abbiamo avuto clienti preziosi nel settore turistico che da febbraio 2020 non hanno più potuto ordinare”. Fortunatamente però “altri clienti hanno potuto compensare questa produzione, per cui abbiamo ptouto produrre tavolette di vario tipo. È stato un anno difficile anche per noi ma siamo mediamente fiduciosi per il futuro e proprio in questo proposito abbiamo deciso di continuare con i nostri investimenti previsti per garantire un miglioramento della produzione.”

I nuovi investimenti
“Arriverà una nuova macchina per raffinare la massa di cioccolato e garantire questa ottima qualità svizzera”, spiega Alessandra Alberti, “Il cioccolato è molto conosciuto perché è molto fine e si scioglie direttamente sulla lingua. In più stiamo costruendo in questi giorni una camera esterna dove sistemeremo dei nuovi tank per poter ricevere cacao e burro di cacao anche in formato liquido”.

Sarà una Pasqua anche vegana
Cosa va o cosa andrà per la maggiore in vista della festività primaverile? “La Pasqua quest’anno è dedicata ad alcune specialità primaverili”, risponde Alberti, “ma ci sono alcuni prodotti biologici in più, alcuni tipi di conigli con cioccolato fondente e alcuni prodotti vegani”. In che senso prodotti vegani? “Al di là del cioccolato fondente, che non contiene latte, la sfida è fare altri prodotti vegani. Il cioccolato bianco per esempio, che di solito è al latte, prevede una pasta di mandorle macinate fresche. Oppure un cioccolato con una pasta di nocciole a sostituire il latte”.

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