Ticino
Case anziani: “Già oggi le prime richieste di visita”
Marco Jäggli
4 anni fa
Stefan Brunner, responsabile di Tertianum per il Ticino e Vallese, racconta delle reazioni di anziani e parenti alle decisioni di oggi del Consiglio di Stato

Presto riprenderanno le visite nelle case anziani, e direttamente nelle stanze degli ospiti. Ovviamente, con tutte le misure di protezione del caso: camici e mascherine obbligatorie e purtroppo ancora nessun bacio o abbraccio. Questa la novità comunicata oggi in conferenza stampa dal Consiglio di Stato e che fa intravvedere un ulteriore spiraglio per molti anziani, da mesi ormai separati almeno in parte dal mondo. Teleticino ha intervistato Stefan Brunner, responsabile di Tertianum, impresa responsabile di oltre 80 case per anziani in Svizzera, per il Ticino e il Vallese, per sapere cosa ci si aspetta ora e se anche i nipotini potranno finalmente rivedere i propri nonni. Venendo a scoprire che già oggi sono state molte le richieste di visita da parte dei parenti.

Voi che siete direttamente coinvolti, come valutate questi allentamenti nelle visite per le case anziani?
“Si tratta di una decisione attesa, che va nella direzione del buonsenso per i nostri residenti e per i famigliari che hanno sofferto molto di queste chiusure. Adesso aspettiamo la direttive scritte e prenderemo le decisioni giuste”.

In conferenza stampa si è detto “Non si muore solo di coronavirus ma anche di solitudine”. È un sentimento che avete percepito anche voi?
“Certo, la solitudine è un tema difficile da affrontare in queste situazioni dove le persone non possono uscire dalle proprie stanze. Si è cercato nel limite del possibile di portarle all’esterno, in un posto protetto, ma manca completamente la relazione con i famigliari”.

Ma come hanno vissuto gli anziani questo periodo così lungo e così difficile? A un certo punto sembrava fossero emarginati dalla società...
“Sicuramente è stato difficile per loro stare lontano dai propri casi e sentirsi esclusi dalla società. Come avete detto voi non si muore solo di coronavirus e per loro è stato difficile capire che dovevano rimanere rinchiusi”

Ora c’è una riapertura graduale, c’è timore tra i residenti?
“Timore non direi, c’è rispetto. Aspettavano da lungo tempo un allenamento e ora sta a noi garantire la loro sicurezza, la sicurezza dei collaboratori e chiaramente anche quella dei famigliari che finalmente verranno a visitare i propri cari”

Abbiamo sentito della situazione, anche drammatica, che c’è stata nelle ultime settimane in Svizzera romanda, in particolare in una struttura per anziani. La cosa non vi preoccupa?
“Come ha detto il Medico cantonale il virus esiste ancora, è ancora pericoloso e dobbiamo prendere tutte le necessarie precauzioni per evitare che entri in una casa anziani. Monitoreremo la situazione e valuteremo caso per caso”

È stato d’aiuto la tecnologia in questi mesi? Gli anziani hanno imparato ad usare i tablet o la tecnologia in generale per sentirsi meno soli?
“Effettivamente è stato un mezzo molto utilizzato, soprattutto all’inizio. Ho visto persone che non avevano mai toccato un tablet di colpo interessarsi a questo strumento. È stato importante”

Lei ha avuto modo, magari oggi, di percepire i sentimenti e le emozioni degli anziani che finalmente potranno essere più vicini ai propri cari.
“Guardi, da quello che ho potuto percepire perché sono stato in giro tutto il giorno so che ci sono stati molti famigliari che già oggi volevano entrare in casa anziani e abbiamo dovuto spiegargli che prima dobbiamo ricevere le direttive scritte e poi prendere le decisioni giuste”

C’è una domanda che ci scrivono molti telespettatori: anche i bambini potranno entrare?
“Spero proprio di sì, adesso vediamo le direttive ma spero che anche i bambini, mantenendo le misure protettive, possano ritrovare i loro nonni, anche perché i nipotini sono quelli che sono mancati di più ai nonni”

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