Ticino
“Caro UDC, ecco perché domenica c’erano i fischi”
Redazione
3 anni fa
Il collettivo “T’aspetto fuori”, che ha organizzato la gara di fischi, risponde per le rime alla sezione democentrista: “Non usateci come pretesto per la vostra lotta ai molinari”

“Caro UDC, ho letto con interesse la tua presa di posizione a proposito dei fischi in Piazza Riforma, e ci terrei a precisare un paio di cose”. Mattia Corti del collettivo “T’aspetto fuori”, che ha organizzato la gara di fischi durante l’allocuzione del primo agosto in Piazza della Riforma, risponde alla sezione democentrista luganese che oggi ha chiesto al Municipio di Lugano più coraggio e fermezza di fronte a una “deriva anarchica” che sembra diventare sistematica in città.

Una manifestazione non organizzata dai Molinari
“Prima di tutto, a differenza delle precedenti manifestazioni, questa non era organizzata dai Molinari”, precisa Corti. “Non so perché in molti facciano fatica a riconoscerlo, ma i fischi del 1° agosto sono stati organizzati dal collettivo “T’aspetto fuori”, cioè io, Michel Venturelli e alcuni sostenitori. Nella fattispecie la gara di fischi è stata organizzata con una telefonata di 6 minuti e altri 15 minuti tra fare la locandina e creare l’evento su Facebook (che fighi!). Perciò gradirei che non ci usaste come pretesto per la vostra lotta ai Molinari, senza nemmeno citarci!”

I motivi della manisfestazione
Corti spiega in seguito i motivi di questa manifestazione: “Se per voi dell’UDC serve il pugno duro per fermare questa ondata di irrispettosa e pericolosa anarchia, per “T’aspetto fuori” il punto di vista è un tantino differente: anche per noi serve il pugno duro per fermare questa ondata di irrispettosa e pericolosa anarchia, ma non da parte dei Molinari, bensì da parte del Municipio. Infatti fate finta di niente, ma se c’è qualcuno che in questa vicenda non ha rispetto per le istituzioni è proprio il Municipio luganese: correggetemi se sbaglio, ma le nostre istituzioni chiedono un permesso edilizio per abbattere uno stabile; chiedono dei test per la presenza di eventuali sostanze tossiche! Ma soprattutto, le nostre istituzioni devono essere un libro aperto per i cittadini: ragione per cui quando si chiede alle istituzioni – in questo caso il Municipio di Lugano e/o la polizia – chi abbia dato l’ordine di abbattere l’ex Macello e quando lo abbia dato, la risposta deve arrivare nel giro di cinque minuti. E soprattutto non deve servire una inchiesta da parte della Magistratura, in corso da due mesi poi, per saperlo! E ancora non lo sappiamo!”

Un modo irrispettoso di gestire l’amministrazione cittadina
Infine, Corti, esorta il partito ad aprire gli occhi. “Caro UDC, non puoi far finta che sia nulla. Questo, anzi, è sufficiente per poter affermare, come dici tu, che Lugano sia fuori controllo: ma non per le manifestazioni non autorizzate, ma per le scelte, altrettanto non autorizzate, di Municipio e consorelle. Ecco dunque il perché domenica sera c’erano i fischi: fischi non soltanto da parte dei “Molinari brozzoni”, ma da parte di cittadini che non sopportano più questo modo irrispettoso di gestire l’amministrazione cittadina come fosse un feudo. E se proprio devo dirla tutta, mi aspetterei da parte vostra un sostegno ai NOSTRI manifestanti: abbiamo un problema sul NOSTRO territorio, perché i NOSTRI giovani non hanno più un luogo di ritrovo. E da parte di una città che ha speso 240 milioni per un’arte elitaria per pochi nobili al LAC, io mi aspetto che ci sia qualche briciola per chi invece l’arte non la celebra ma magari la sta creando: io sogno un centro con sale prove per la musica, per il teatro e per qualsiasi altra performance; sogno spazi per dipingere, per fare laboratori di ricerca e per delle lezioni/conferenze. Sogno dei luoghi che una volta, numerosi e sparsi, abitavano le città ticinesi, accogliendo tanti giovani che oggi magari vediamo al LAC ad esibirsi o vediamo al Festival con un proprio film... Giovani che non sono stati trattati col pugno duro, ma che anzi trovavano autorità capaci di capirli e con le quali era facile dialogare.

Pugno duro
“Per cui sì, caro UDC: pugno duro!”, conclude Corti. “Ma pugno duro verso quei cazzari che senza visioni, senza onestà e senza spessore stanno distruggendo una città!

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