Ticino
Bosco Gurin riapre dopo l’appello dei Comuni
Foto CdT
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Filippo Suessli
3 anni fa
Giovanni Frapolli ha deciso proseguire fino ad aprile, ma avverte: “O le istituzioni locali cambiano rotta o vendo”

Bosco Gurin fa marcia indietro e terrà aperti gli impianti di risalita fino a inizio aprile, neve permettendo. A comunicarlo è Giovanni Frapolli, direttore degli impianti di risalita della località valmaggese, che ha risposto positivamente a un appello dell’Associazione dei comuni di Vallemaggia.

La chiusura anticipata

Frapolli aveva deciso di chiudere anticipatamente dopo la decisione del Cantone di chiudere le terrazze. I motivi, però erano anche altri: “forti incomprensioni soprattutto con il Patriziato, secondariamente con il Comune (non più tollerabili), aiuti cantonali che stentano ad arrivare”.

La mobilitazione

A far fare marcia indietro alla direzione degli impianti è stata però la mobilitazione da parte dei comuni, che hanno scritto una lettera di sostegno a Frapolli con la richiesta di aprire per garantire un luogo di svago alla popolazione locale. In più, alcuni privati hanno deciso di creare un’associazione dal nome “Amici Destinazione di Bosco Gurin”, proprio a sostegno degli impianti. “Tale associazione avrà un ruolo fondamentale e fungerà da attore molto importante nelle tristi e deplorevoli diatribe fra il proprietario degli impianti di risalita e di tutte le strutture ricettive da una parte, e il Comune e il Patriziato di Bosco Gurin dall’altra, in questi ultimi anni, perennemente restii e contrari a ogni nuova iniziativa che i gestori degli impianti di risalita stanno portando sul tavolo”, scrive Frapolli.

“O si cambia rotta o si vende”

“La Direzione degli impianti di risalita crede molto nel futuro della stazione e sta investendo vari milioni per aumentare l’offerta, rendendola destagionalizzata”, si legge. “Le prossime settimane e i prossimi mesi saranno cruciali per sapere se continuare tutti questi progetti, sperando in un cambiamento di rotta da parte delle istituzioni locali. In caso contrario il proprietario degli impianti di risalita e di tutte le strutture ricettive penserà seriamente alla vendita dell’intera stazione a terzi, subordinatamente a smantellare ogni tipo d’impianto”.

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