Ticino
Attenzione alla peste suina
Thomas Schürch
2 anni fa
Il virus è presente nel Nord Italia. Il veterinario cantonale Luca Bacciarini spiega quali misure adottare per evitarne il propagarsi

Dalla Polonia alla Germania, dalla Germania al Nord Italia. La peste suina africana è arrivata fino alle porte del Ticino e bisogna adesso fare tutto il possibile per impedirne la diffusione.

L’attenzione è alta, come conferma l’allevatore Adrian Feitknecht. “In un’azienda biologica i maiali devono stare al pascolo e sono quindi potenzialmente esposti a un vettore della peste suina”, spiega Feitknecht. “Quando si parla di una malattia così pericolosa e grave, bisogna cercare di prendere delle misure e forse anche Bio Suisse dovrebbe fare un passo in questo senso e permettere ai propri allevatori di rinchiudere gli animali o almeno di limitare al minimo le giornate di pascolo, per poter garantire salute e sicurezza”.

Evitare il contagio
Un singolo caso accertato sarebbe già “un disastro assoluto. Per noi vorrebbe dire uccidere tutti i nostri animali, senza nemmeno macellarli, e sarebbe un colpo durissimo. Noi siamo un allevamento di suinetti e ci sono voluti anni per avere una mandria così.” Nell’azienda Feitknecht si corre già ai ripari e presto verranno posati dei recinti doppi per evitare contatti tra i maiali e gli animali. Una sorta di “lockdown”? “Dobbiamo adottare degli accorgimenti, e non solo per quanto riguarda le stalle. Noi abbiamo sempre permesso l’accesso ai nostri edifici, anche per visite guidate. Adesso dovremo limitarli”, conclude l’allevatore.

Una malattia conosciuta
“È una malattia nota da tempo, che colpisce unicamente i suini, non l’essere umano e neppure gli altri animali”, precisa il veterinario cantonale Luca Bacciarini. “Le autorità sono preparate e sanno come agire”.

Cosa fare
Per isolare il virus ci sono una serie di raccomandazioni da seguire. “È importante non importare prodotti da zone dove è presente la malattia, perché potrebbero essere infetti. Il virus è molto resistente e può restare attivo anche per un anno”. Chi visita quelle aree è quindi invitato “a consumare in loco i prodotti tipici e a non portarli a casa”.

Controllare” i maiali che vivono in un allevamento è relativamente semplice, mentre per i cinghiali è necessario adottare un altro sistema. “Non si deve distrurbare gli animali, altrimenti questi animali ammalati potrebbero spostarsi e infettarne altri che si trovano in zone limitrofe. Questo vale anche per i cacciatori: evitate di andare a caccia nelle regioni colpite”. E se ci sia imbatte in cinghiali morti “non bisogna toccarli, ma avvisare l’Ufficio caccia e pesca, in modo che i guardiacaccia possano prelevare dei campioni”.

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