L’accordo sulla doppia imposizione dei frontalieri è al vaglio dei negoziati: negli ultimi giorni la politica – le delegazioni italiane ed elvetiche - aveva infatti espresso la volontà di firmare una sorta di intesa entro la fine dell’anno. L’accordo, lo ricordiamo, è destinato a sostituire quello del 1974 e in vista della conclusione di questa lunga storia il “Corriere di Como” anticipa alcuni elementi clou delle trattative in corso tra Berna e Roma che interessano Grigioni, Vallese e più da vicino il Canton Ticino, soprattutto per quanto riguarda i ristorni.

Più incassi
Rispetto a quel vecchio testo il Ticino dovrebbe uscirne a testa alta. Nello specifico: potrà incassare l’80% delle imposte alla fonte, invece del 61,2% che oggi gli resta in tasca e rispetto a quel 70% che inizialmente era stato concordato 5 anni fa.

Ristorni mantenuti per 15 anni
I ristorni tuttavia non verrebbero cancellati dall’oggi al domani ma verrebbero mantenuti per 15 anni e sarà compito dello stato italiano rimborsare i comuni di frontiera con un fondo ad hoc. Su questo punto però i sindaci hanno già fatto sapere che “non saranno da escludere dure prese di posizione”.

Imposizione solo per i “nuovi frontalieri”
La nuova imposizione poi non toccherebbe i “vecchi frontalieri” ma solo i “nuovi” vale a dire quelli assunti dopo l’entrata in vigore dell’accordo e per gli altri non cambierebbe nulla.

Bisogna ancora attendere
Infine, per quanto riguarda le tempistiche è doveroso ammettere che, anche se l’intesa potrebbe essere sì raggiunta entro l’anno, per l’entrata in vigore bisognerà attendere diversi mesi in attesa del nulla osta parlamentare.

In attesa di Maurer
Se ne saprà di più venerdì prossimo quando in Ticino arriverà il ministro delle finanze Ueli Maurer, proprio per fare il punto su questa intricata vicenda.

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