Svizzera
Terza dose, via libera forse entro fine ottobre
Immagine CdT/Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
3 anni fa
Lo ha dichiarato Claus Bolte, capo della sezione autorizzazioni presso Swissmedic. Il richiamo non sarà tuttavia necessario per tutti

Non dovrebbe mancare molto all’approvazione della terza dose dei vaccini anti-Covid in Svizzera. Secondo Claus Bolte, capo della sezione autorizzazioni presso Swissmedic, il via libera potrebbe arrivare per fine ottobre. Pur sperando che la situazione si sblocchi presto, il presidente dell’Associazione dei medici cantonali Rudolf Hauri invita da parte sua a non mettere sotto pressione le autorità sanitarie, mentre quello della Commissione federale per le vaccinazioni (CFV) Christoph Berger specifica che non tutti saranno interessati nel 2021.

La decisione entro fine mese
La necessità di una terza dose non è ancora stata chiaramente dimostrata, ha detto ieri sera Bolte, intervenuto nell’ambito del programma della televisione svizzerotedesca SRF “10vor10”. Tuttavia, una decisione di Swissmedic, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici competente sulla questione, potrebbe cadere già entro la fine del mese.

Terza dose in corso già in altri paesi
La Svizzera non deve aspettare troppo, ha sottolineato Hauri dalle colonne del “Tages-Anzeiger” in edicola oggi. In certi Paesi europei e negli Stati Uniti la terza iniezione è infatti già in corso di svolgimento. In ogni caso, Swissmedic e la CFV devono “decidere unicamente sulla base dei dati e delle evidenze disponibili”, ha dichiarato nell’intervista al giornale zurighese il medico cantonale di Zugo.

Un richiamo non necessario per tutti
“Il richiamo non è necessario per tutti”, ha comunque sottolineato il presidente della CFV Christoph Berger, espressosi sul “Blick”. La popolazione “normale” non ne avrà sicuramente bisogno quest’anno, aggiunge l’esperto, in quanto non vi sono indicazioni che la protezione si stia indebolendo per questo gruppo. La situazione è per contro diversa per gli over 80, ha proseguito Berger. I dati inglesi mostrano una tendenza a una leggera diminuzione della protezione per tale categoria. L’efficacia del vaccino dovrebbe aumentare dall’85 al 95% dopo la somministrazione supplementare.

Non si scenderà sotto i 65 anni
Per chi ha più di 65 anni e presenta fattori di rischio invece non vi è ancora chiarezza sulla faccenda, ammette Berger. I risultati sono variegati, ma nessuno di essi ha svelato un calo significativo della protezione. Le persone a rischio sotto i 65 anni non devono dal canto loro preoccuparsi, conferma il presidente della CFV. Dalle pagine del Corriere del Ticino il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ha escluso che le persone al di sotto dei 65 anni saranno interessate dall’iniezione ma, ha precisato, è difficile indicare una soglia di età. “Credo non si andrà sotto i 65 anni. E non è da escludere che si fissi una fascia di età più alta, oppure che si proceda come fatto con la campagna di vaccinazione a gennaio, ossia a tappe: quindi prima dagli over 75, poi i malati cronici e poi gli over 65”. Secondo Zanini l’ipotesi più ragionevole è che si riparta dalle case per anziani, dove sono iniziate le prime somministrazioni e dove si trovano le persone con l’età più alta e con le comorbità.

Cantoni pronti per le iniezioni
Stando a Berger, dal momento in cui Swissmedic darà semaforo verde, ci vorranno circa due settimane alla commissione per emettere una raccomandazione. La maggior parte dei Cantoni sono pronti per iniziare immediatamente le iniezioni, assicura Hauri.

La situazione attuale
Attualmente, ricorda il numero uno dei medici cantonali svizzeri, la terza dose è autorizzata per le persone immunodepresse che non hanno potuto acquisire una protezione sufficiente dopo le prime due canoniche punture. Fa quindi parte dell’immunizzazione di base e non si tratta di una vaccinazione di richiamo, spiega Hauri.

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