Svizzera
“Situazione fragile, ma prospettive promettenti”
Screenshot video conferenza stampa
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Keystone-ats
3 anni fa
Così Virginie Masserey sulla situazione epidemiologica in Svizzera. Aumenta nel frattempo il numero di persone disposto a farsi vaccinare

“Il numero di nuove infezioni continua ad aumentare, ma lentamente e in maniera contenuta, con le conseguenze che restano gestibili”. Con queste parole Virginie Masserey ha aperto l’odierna conferenza stampa degli esperti della Confederazione per fare il punto della situazione epidemiologica in Svizzera. Una conferenza importante alla vigilia delle decisioni che il Consiglio federale annuncerà domani.

25mila test al giorno
Il numero di infezioni giornaliere oscilla tra i 2000-2500 casi (oggi sono 2’241), ha sottolineato Masserey. Il tasso di riproduzione (valore R) è di 1,14. Il numero di test effettuato prima di Pasqua è stato elevato, dopodiché il numero è leggermente diminuito. Attualmente vengono effettuati circa 25mila test al giorno, la metà dei quali sono test rapidi antigenici. Il numero dei ricoveri sta lentamente aumentando, mentre il numero dei decessi è stabile a un livello basso. La situazione legata alle varianti è sempre la stessa: la maggior parte delle infezioni è dovuta alla variante inglese, mentre le altre, come quella sudafricana e brasiliana, sono rare.

L’8% della popolazione vaccinato con due dosi
La campagna di vaccinazione nel frattempo prosegue. Negli ultimi 7 giorni il ritmo di vaccinazioni è aumentato: se settimana scorsa si effettuavano 20mila vaccinazione al giorno, domenica erano 30mila e la cifra continua ad aumentare. 690mila persone sono state interamente vaccinate con le due dosi, ciò che corrisponde all’8% della popolazione. Le persone che hanno ricevuto una dose corrispondono invece al 13% della popolazione. In base ai dati ricevuti da 15 Cantoni, il 70% delle persone sopra i 75 anni sono vaccinate. La cosa più importante, ha ribadito l’esperta dell’UFSP, è che possano essere somministrate quante più dosi possibili. Nel frattempo sono state ricevute più consegne ed entro la fine della settimana arriveranno altre 350.000 dosi da Moderna. In sintesi, ha ribadito Masserey, “la situazione è ancora fragile e bisogna restare vigili. Ma le prospettive sono promettenti”.

Test fai da te e falsa sicurezza
“Chiunque abbia un risultato positivo al test ‘fai da te’ dovrebbe assolutamente fare un test PCR per confermarlo”, ha ricordato Masserey, invitando tutti a fare attenzione alla “falsa sicurezza” di un risultato negativo. Dal canto suo Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali, ha aggiunto che l’autotest è solo uno strumento supplementare alle altre misure di protezione, poiché rileva circa il 30% dei casi positivi. “La buona notizia è che la terza ondata non sta crescendo troppo ripidamente finora”, ha poi aggiunto Hauri, secondo cui i casi sono ancora troppo elevati. Il pericolo di un aumento - ha sottolineato - non è ancora stato scongiurato. La strategia di test adottata di recente permette di tenere meglio sotto controllo il virus e nel caso di test regolari evita anche l’imposizione di misure di quarantena. Le cifre fornite ora dall’UFSP devono tuttavia essere relativizzate: con l’introduzione di test in serie e di quelli “fai da te”, i risultati negativi non vengono presi in conto e dunque non figurano nelle statistiche. Il valore guida del tasso di positività è diventato inadeguato e non serve più come linea guida per ulteriori misure”, ha affermato il medico cantonale di Zugo.

Sempre più persone disposte a farsi vaccinare
Michael Hermann, Managing Director del Sotomo Research Center, ha presentato i risultati di un sondaggio sulla vaccinazione, secondo cui sempre più persone in Svizzera sono disposte a farsi vaccinare. In gennaio i favorevoli al vaccino erano il 41%, mentre questo tasso è ora passato al 44%, con il 9% degli intervistati che hanno già ricevuto almeno una dose. La quota degli scettici è rimasta stabile al 23%. “Nel 2020 c’è stata una leggera erosione della disponibilità a farsi vaccinare. Ora, con l’inizio della campagna di vaccinazione, il quadro è cambiato”, ha spiegato Hermann. Differenze sono state riscontrate nelle fasce d’età, con gli over 64 che sono i più disposti a farsi vaccinare e gli under 35 decisamente più scettici in materia. Anche a livello geografico si sono riscontrate discrepanze: quasi il 20% dei romandi si oppone al vaccino, un dato superiore di circa 10 punti percentuali rispetto al resto della Svizzera. Più reticenti inoltre le donne rispetto agli uomini, anche perché più soggette a effetti collaterali. L’inchiesta online è stata realizzata fra l’11 e il 17 marzo. Il questionario è stato sviluppato dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e le risposte di 1692 persone sono state ponderate e analizzate.

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