Svizzera
“Sì all’impiego dell’esercito negli ospedali”
Keystone-ats
3 anni fa
Anche il Nazionale ha approvato - con 147 voti e 31 astensioni - la proposta di impiegare fino a 2’500 militari a favore delle strutture ospedaliere fino al 31 marzo 2021

Dopo il Consiglio degli Stati, oggi anche il Nazionale ha approvato - con 147 voti e 31 astensioni - la proposta del Governo di impiegare fino a 2’500 militari in servizio d’appoggio a favore delle strutture ospedaliere fino al 31 marzo 2021. Diversi cantoni, messi a dura prova dalla seconda ondata pandemica, ne hanno fatto richiesta a fine ottobre.

Trattandosi di una durata superiore a tre settimane e di un contingente di oltre 2000 militari, esso deve essere approvato dall’Assemblea federale. Il principio di sussidiarietà, sancito dalla legge militare (LM), stabilisce che l’esercito può intervenire in appoggio soltanto su richiesta delle autorità civili cantonali o federali e se i mezzi civili non sono più sufficienti, ha ricordato la consigliera federale Viola Amherd.

Quest’ultima poi ha sottolineato che sono molti gli insegnamenti tratti dalla prima ondata e sono dieci i cantoni che hanno fatto richiesta. I militi attualmente impiegati sono 650, nei cantoni di Friburgo, Ginevra, Vallese, Berna, Vaud, Ticino e Basilea Città, ha aggiunto. Sembra che i costi possano essere contabilizzati nel bilancio del Dipartimento della difesa e della protezione della popolazione (DDPS), ha precisato.

Come alla Camera dei cantoni, anche al Nazionale ha fatto discutere una proposta della sinistra di estendere l’aiuto alle case di cura e per anziani, come richiesto anche da diverse organizzazioni del settore. Léonore Porchet (Verdi/VD) ha affermato che la situazione del personale nelle case di riposo è estremamente tesa e già sono impiegati volontari, di membri della protezione civile e del servizio civile.

“L’esercito è l’ultima risorsa”, non deve essere sovraccaricato per compiti che possono svolgere altre organizzazioni, ha replicato Thomas Hurter (UDC/SH), come altri oratori borghesi. Amherd ha da parte sua rilevato che i civilisti sono meglio formati per questo contesto. Inoltre sono state inasprite le regole per la sussidiarietà, in modo da non chiamare inutilmente militari, che devono lasciare il proprio lavoro, con tutte le difficoltà del caso per i datori di lavoro. La proposta è stata bocciata con 112 voti a a 53 e 4 astensioni.

Niente da fare anche per un’altra minoranza, dei Verdi, secondo cui il servizio prestato dai militari avrebbe dovuto essere considerato quale servizio di formazione obbligatorio. Fabien Fivaz (Verdi/NE) ha sostenuto che questo sarebbe un giusto riconoscimento del grande impegno da loro profuso.

L’esercito sarà chiamato ad aiutare le strutture ospedaliere civili nelle cure di base, di sostenerle nell’ampliamento della capacità delle loro unità di terapia intensiva e di trasportare i pazienti infetti. Ciò consentirà al personale infermieristico civile di concentrarsi maggiormente sul trattamento dei pazienti gravemente malati.

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