Svizzera
Scontro sulla nuova legge contro il terrorismo
Uno degli attacchi di cui si sta valutando lo sfondo terroristico è avvenuta il novembre scorso alla Manor di Lugano. CdT/Gabriele Putzu
Uno degli attacchi di cui si sta valutando lo sfondo terroristico è avvenuta il novembre scorso alla Manor di Lugano. CdT/Gabriele Putzu
Keystone-ats
3 anni fa
Il popolo dovrà esprimersi il prossimo 13 giugno sulla nuova legge per la lotta al terrorismo. Il Consiglio federale la difende, ma i contrari la ritengono arbitraria

La polizia, in caso di indizi concreti, dovrebbe poter intervenire tempestivamente con misure preventive per impedire un reato grave di stampo terroristico. È quanto sostiene oggi il Consiglio federale, che invita ad approvare la legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo (MPT) in votazione il prossimo 13 giugno. Non la pensano così i referendisti: il comitato dei contrari è formato da rappresentanti dei Giovani Verdi liberali, Giovani Verdi, Gioventù socialista (GISO) e Partito Pirata, con il sostegno del Comitato dei diritti del fanciullo dell’ONU, della sezione elvetica di Amnesty International e di altre organizzazioni. Secondo loro, c’è il rischio che si possano verificare arresti arbitrari.

La posizione del governo

Nella Confederazione la minaccia del terrorismo è elevata dal 2015 e solo lo scorso anno sono state perpetrate due aggressioni a possibile sfondo terroristico. Secondo il governo, con la nuova legge “s’intende colmare una lacuna”, poiché se vi è una minaccia terroristica concreta ma non è ancora stato commesso alcun reato, la polizia ha di norma le mani legate.

Le misure

Tra le misure preventive previste figurano ad esempio l’obbligo di presentarsi a un posto di polizia, così come il divieto di avere contatti, di lasciare il Paese, di accedere ad aree determinate e - in ultima ratio e quale misura più severa - la residenza coatta. Tuttavia, spiega il Consiglio federale in una nota odierna, le misure hanno durata limitata, devono essere proporzionate e sono impugnabili dinanzi al Tribunale amministrativo federale (TAF), in modo da garantire la costituzionalità e il rispetto di obblighi internazionali della Confederazione. In realtà, alcune di queste misure preventive vengono già applicate nell’ambito della tifoseria violenta e della violenza domestica. La MPT, sottolinea il comunicato, introduce questa possibilità anche nella lotta al terrorismo.

Una questione europea

La MPT, che rientra nella strategia della Confederazione e dei Cantoni per la lotta al terrorismo, è stata adottata dal parlamento lo scorso settembre, ma è poi stata oggetto di referendum. Dal prossimo primo luglio - in seguito all’approvazione da parte del legislativo, sempre nell’autunno 2020 - entreranno invece in vigore la perseguibilità penale per il reclutamento e l’istruzione di terroristi nonché i viaggi a scopi terroristici. Negli ultimi anni gli strumenti di lotta al terrorismo - una realtà presente in tutta Europa - sono stati incessantemente ampliati e affinati sia in Svizzera, sia nel resto del continente. In seguito agli attentati di Parigi, avvenuti nel 2015, la cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo è stata continuamente potenziata: la Svizzera partecipa, tra le altre cose, al Sistema d’informazione di Schengen (SIS), tramite il quale “vengono incessantemente scambiate informazioni di polizia su persone sospettate di attività terroristiche in tutto lo spazio Schengen”, sottolinea il governo.

Cosa dicono i contrari?

Le nuove definizioni di potenziale terrorista e di attività terroristiche sono talmente vaghe che pure l’allarmismo a sfondo politico è sufficiente perché una persona possa essere considerata un terrorista, ha detto oggi in conferenza stampa a Berna Virginie Cavalli, co-presidente dei Giovani Verdi liberali. Inoltre, la legge non traccia linee chiare su ciò che è o non è punibile, ma prevede ciò che potrebbe esserlo, ha aggiunto, spalancando dunque la porta a decisioni arbitrarie. La presunzione di innocenza sarebbe sostituita da una presunzione di pericolosità, ha sottolineato, lanciando la campagna per il “no”.

“Legge arbitraria”

La MPT darebbe la possibilità alla polizia di intervenire a titolo preventivo in caso di indizi concreti e attuali di attività terroristiche. Il testo, adottato lo scorso settembre dal Parlamento, è però stato oggetto di referendum. Tra le misure preventive previste figurano ad esempio l’obbligo di presentarsi a un posto di polizia, così come il divieto di avere contatti, di lasciare il Paese, di accedere ad aree determinate oppure in casi estremi la residenza coatta.

“Chiunque potrebbe essere dichiarato un terrorista”

Per la presidente della GISO, Ronja Jansen, si tratta di una “legge arbitraria”, che potrebbe dichiarare chiunque un terrorista. Particolarmente contestato, nella MPT, è il fatto che le misure si applicheranno anche ai giovani a partire dai 12 anni, mentre gli arresti domiciliari saranno applicabili dall’età di 15 anni. Secondo Philip Jaffé, membro del Comitato dei diritti del fanciullo dell’ONU, “è estremamente preoccupante” permettere alla polizia di intervenire nei confronti di ragazzi di 12 anni o poco più che non hanno commesso nessun reato. Se ci sono legittime preoccupazioni in questo senso, ma nessun crimine, solo le autorità incaricate della protezione dei bambini dovrebbero poter prendere provvedimenti, ha sostenuto. Il margine di discrezionalità da parte delle autorità è stato criticato anche da Alicia Giraudel, di Amnesty International Svizzera, secondo cui “l’ampia definizione di terrorismo rappresenta un pericolo per la libertà di espressione”. L’organizzazione si era già chiaramente opposta alla legge durante la procedura di consultazione e a margine dei dibattiti parlamentari dello scorso autunno.

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