Svizzera
“Ritorno al tavolo delle trattative è possibile”
Foto CdT/Putzu
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Keystone-ats
3 anni fa
Cassis non esclude che, in seguito al fallimento dell’accordo quadro, Berna e Bruxelles decidano in futuro di tornare a discutere di questioni istituzionali.

Il consigliere federale Ignazio Cassis non esclude che dopo l’abbandono delle trattative per un accordo quadro, un giorno la Svizzera non torni a discutere con l’Unione europea su questioni istituzionali. Un simile passo potrebbe essere il risultato del dialogo politico, ha affermato il ministro degli esteri in un’intervista pubblicata oggi dalla “SonntagsZeitung”. Se si arrivasse a tal punto la Svizzera dovrebbe mettere in chiaro fin dall’inizio cos’è accettabile e cosa no.

Presupposti più espliciti

I presupposti dovrebbero essere molto più espliciti di quanto siano stati nei negoziati sull’accordo quadro, altrimenti la Svizzera rischia un nuovo accordo che politicamente non ha alcuna chance, ha sottolineato il ticinese. Inoltre, Cassis ribadisce che un’adesione all’UE nei prossimi anni non è realistica. Il consigliere federale sembra così rispondere indirettamente alla proposta dei socialisti di adesione della Confederazione all’Unione europea, avanzata dopo il fallimento dell’accordo quadro. In quell’occasione, i vertici del partito di sinistra avevano accusato il ministro ticinese di essere stato il principale responsabile del naufragio dell’accordo.

Berna e Bruxelles sono interessate a una collaborazione come è stato il caso nella lotta alla pandemia di coronavirus. La Svizzera è inoltre uno dei più importanti siti di ricerca. Secondo il consigliere federale entrambe le parti sono interessate a proseguire la cooperazione.

Partecipazione al “Green Deal” europeo

Cassis può anche immaginarsi una partecipazione al Green Deal dell’UE: la Confederazione e i Ventisette hanno obiettivi simili in materia di protezione del clima. Pertanto “avrebbe senso esaminare un’alleanza in questo ambito”, ha sostenuto. La consigliera federale Simonetta Sommaruga aveva già proposto una collaborazione sul Green Deal al Forum economico mondiale (WEF) del 2020.

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