Svizzera
Il personale degli ospedali svizzeri “poco” colpito dal Covid-19
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Keystone-ats
4 anni fa
L’indagine presso 20 gruppi ospedalieri elvetici: 2’100 contagi, nessun decesso fra medici, infermieri e altri dipendenti

Il personale degli ospedali svizzeri è uscito relativamente indenne dalla crisi del coronavirus, perlomeno nel raffronto con altri paesi. Da un’indagine condotta dalla SonntagsZeitung presso 20 gruppi ospedalieri emerge che fino a metà maggio i casi di Covid-19 che hanno interessato medici, infermieri e altri dipendenti sono stati 2100.

Non sono noti decessi, contrariamente a quanto avvenuto in strutture all’estero, per esempio in Italia (almeno 200 morti) e Germania (finora 60). E meno di una decina di casi si sono rivelati talmente gravi da provocare assenze prolungate o da rendere addirittura necessario un ricovero nei reparti di cure intensive.

I nosocomi interessati dall’inchiesta - fra cui figura la rete dell’EOC, l’ente ospedaliero cantonale ticinese - hanno circa 100’000 dipendenti: il tasso di infezione si è quindi attestato a circa al 2%.

A Ginevra l’ospedale più colpito
Lo stabilimento più colpito è stato l’ospedale universitario di Ginevra, con 748 casi e una quota di infetti del 6%, sebbene secondo gli estensori dell’indagine i dati ginevrini siano poco comparabili, poiché si tratta di stime.

Seguono le strutture di Neuchâtel, Vallese, Vaud e Friburgo (tutti al 3%), nonché Giura ed EOC (2%). Più in basso, nella stessa classifica, figurano diverse altre realtà: può essere interessante rilevare che l’Ospedale universitario di Zurigo e quello cantonale di Coira sono entrambi allo 0,6%. I meno toccati sono Sciaffusa e Turgovia (0,4%). Per quanto riguarda l’EOC, il domenicale ha raccolto i dati di 120 infettati su 5815 dipendenti, con un tasso quindi precisamente del 2,06%.

Il personale di cura non deve per forza essersi infettato negli ospedali: anzi è probabile che la gran parte abbia contratto il virus nella vita privata. L’Unispital di Zurigo esclude addirittura un contagio all’interno dei suoi spazi. I responsabili del nosocomio di Zugo presumono da parte loro che il tasso di infetti fra i lavoratori sia inferiore a quello generale della popolazione.

Le ipotesi dietro al contagio meno diffuso
Anche la direttrice dell’associazione degli ospedali H+ Anne Bütikofer può solo avanzare ipotesi sul perché in Svizzera la pandemia sembra avere colpito meno i camici bianchi. Da una parte - ha spiegato alla SonntagsZeitung - hanno probabilmente avuto un effetto le misure prese per tempo dalla Confederazione, sulla scorta di quanto successo all’estero. Dall’altra, contrariamente ad altri paesi il materiale di protezione non è mai venuto a mancare. Un terzo aspetto sono i test sistematici praticati in alcune strutture: in tal modo è stato possibile isolare subito i dipendenti infettati.

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