Svizzera
Il Parlamento torna a riunirsi, in agenda rendita ponte e aziende responsabili
Keystone-ats
4 anni fa
Oggi pomeriggio le due Camere tornano a riunirsi a Bernexpo per la sessione estiva, in programma fino al 19 giugno

A un mese dalla sessione straordinaria dedicata al coronavirus, il Parlamento torna a riunirsi oggi pomeriggio, sempre nei locali di Bernexpo, per la sessione estiva (fino al 19 giugno). Due i temi principali al Consiglio nazionale (14.30-19.00): la rendita ponte per i disoccupati anziani e la modifica della legge sugli stupefacenti.

Per quanto riguarda il primo argomento, ormai giunto a livello di divergenze, il progetto del Consiglio federale prevede la concessione di una rendita-ponte per quelle persone che, rimaste senza impiego in tarda età, perdono il diritto all’indennità di disoccupazione poiché “espulse” dal mercato del lavoro.

La legge è stata elaborata per rendere più accettabile la libera circolazione delle persone in previsione della votazione, il 17 maggio (poi spostata a settembre a causa della pandemia), sull’iniziativa popolare dell’Unione democratica di centro che ne chiede la disdetta. Per accedere alla rendita ponte, l’esecutivo ha previsto un periodo contributivo all’AVS di almeno 20 anni, di cui cinque dopo i 50 anni, e aver guadagnato almeno 21’330 franchi all’anno. Solo le persone aventi il loro domicilio e la loro residenza abituale in Svizzera e che hanno lavorato nella Confederazione durante un determinato periodo ne potranno beneficiare. Inoltre, le persone interessate dalle disposizioni transitorie avranno l’obbligo ogni anno di provare di aver compiuto degli sforzi per reintegrarsi professionalmente

Le due Camere hanno già deciso che la rendita ponte dovrà essere corrisposta soltanto a chi esaurisce il diritto alla disoccupazione dopo aver compiuto 60 anni. Rimangono differenze tra i due rami del parlamento circa l’ammontare delle rendite per le persone sole: se per le coppie si è stabilito un tetto di 65’463 franchi l’anno, gli Stati propongono 38’900 per i “singles” invece dei 43’762 del Nazionale (il Governo prevedeva all’origine prestazioni transitorie di 58’350 franchi per le persone sole e di 87’525 per le coppie). Altre differenze riguardano le spese legate a una malattia o all’invalidità.

L'accordo fiscale sui frontalieri

Le Camere tornano a parlare dell’Accordo sull’imposizione dei frontalieri del 1974. All’ordine del giorno c’è infatti una mozione presentata a inizio 2018 da Lorenzo Quadri (Lega) che chiede di denunciare l’intesa perché secondo il deputato oggi l’accordo non ha più ragione di essere. Il Consiglio federale, però, è contrario perché vuole privilegiare i rapporti bilaterali tra i due Paesi. Secondo il Consiglio federale, infatti, la versione parafata nel 2015 dai negoziatori è una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. Anche se la mozione sembra non avere chance, a favore di una denuncia dell’accordo si esprimerà anche Alex Farinelli (PLR).

Canapa controllata

Il secondo tema in discussione riguarda la possibilità che in Svizzera vengano condotte sperimentazioni pilota di distribuzione di canapa. Nonostante il divieto, nella Confederazione circa 200 mila persone consumano regolarmente canapa con un tenore di THC superiore all’1% per scopi ricreativi. Questa situazione, secondo il Consiglio federale, pone diversi problemi: permette a un importante mercato nero di espandersi e la qualità dei prodotti non è sottoposta ad alcun controllo.

La commissione preparatoria ha approvato il disegno di legge, chiedendo però che per questi studi venga impiegata solo marijuana proveniente da canapa biologica svizzera. UDC e la maggioranza del gruppo di centro, che riunisce PPD, PBE e PEV sono contrari a questa modifica legislativa.

Imprese responsabili e protezione dati

Consiglio Nazionale e degli Stati continuano ad avere opinioni diverse in merito al controprogetto da affiancare all’iniziativa popolare “per imprese responsabili”. Con l’iniziativa, la cui raccomandazione di voto negativa è già stata approvata da entrambe le Camere, si chiede che alle imprese con sede in Svizzera di rispettare anche all’estero i diritti umani riconosciuti e le norme ambientali internazionali. Le società potranno inoltre essere chiamate a rispondere anche per gli atti delle aziende che controllano economicamente senza parteciparvi sul piano operativo.

Nel marzo scorso, con 98 voti a 92 voti e 7 astensioni, la Camera del popolo aveva deciso di mantenere la sua controproposta, che va più lontano rispetto a quella del Consiglio federale e degli Stati. Il controprogetto del Nazionale concerne solo le società più grandi (fatturato di oltre 80 milioni, utile di almeno 40 milioni e 500 dipendenti; devono essere soddisfatti almeno due di questi tre criteri) e limiterebbe la loro responsabilità civile alle loro filiali controllate direttamente. La proposta contiene anche una procedura di conciliazione obbligatoria tra le parti prima dell’avvio di una procedura penale.

I “senatori” preferiscono invece sostenere il controprogetto elaborato dal governo che si limita a chiedere alle multinazionali di riferire ogni anno sulla loro politica in materia di diritti umani e che contempla anche doveri di “diligenza” in materia di lavoro minorile ed estrazione di materie prime.

“Profilazione” utenti web divide

Per quanto riguarda la nuova legge sulla protezione dei dati, ormai in dirittura d’arrivo, tra le Camere rimane in sospeso solo un aspetto, il più sensibile: il “profiling” degli utenti (ossia il trattamento automatizzato di dati personali e del loro uso per valutare alcuni aspetti personali; si tratta di un’operazione che consente di ottenere accurate analisi di potenziali clienti).

La commissione preparatoria degli Stati propone un compromesso che dovrebbe garantire il medesimo grado di protezione delle informazioni personali. Lo scorso marzo, il Nazionale aveva deciso di introdurre nella legge il principio di “profilazione ad alto rischio” che dovrebbe garantire una maggiore protezione in caso di informazioni sensibili.

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