Svizzera
Coronavirus, la vendita del vino crolla del 35%
Foto Fiorenzo Maffi
Foto Fiorenzo Maffi
Keystone-ats
4 anni fa
Produttori e rivenditori in crisi: “Le cause? La lenta apertura dei ristoranti e il divieto degli eventi”

A causa dei ridotti contatti sociali provocati dalla pandemia di coronavirus si è consumato meno alcool in Svizzera e le organizzazioni del settore lamentano cali delle vendite.

Riferendosi a una notizia pubblicata dalla NZZ am Sonntag, l’Associazione svizzera del commercio dei vini ritiene che le vendite di vino sono calate del 35%. Da parte sua l’associazione dei produttori di bevande spiritose ha constatato una flessione del 25%. Per quanto riguarda le birre, le vendite registravano a fine aprile una flessione del 5,9% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.

Anche l’estate rischia di essere difficile in quanto gli eventi che generano grandi giri di affari, come i festival, sono stati annullati.

Secondo un sondaggio condotto tra l’8 e il 22 maggio dalla comunità di lavoro del settore svizzero delle bevande il 65% delle aziende intervistate lamenta un deterioramento della propria situazione economica.

Sia i produttori che i rivenditori di bevande continuano a lottare duramente contro le conseguenze della pandemia, ha comunicato oggi la comunità di lavoro del settore svizzero delle bevande. Secondo l’indagine, il calo delle vendite per le aziende intervistate varia notevolmente, da pochi punti percentuali a oltre il 90%. Il motivo principale è la diversa distribuzione della quota di vendita tra gastronomia e commercio al dettaglio.

Come grandi problemi vengono indicati “la lenta apertura dei ristoranti e il divieto degli eventi”. Le imprese interrogate calcolano quindi una riduzione media delle vendite del 35% nel corso dei prossimi due mesi.

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