Svizzera
Con il bel tempo tornano anche le zecche
Keystone-ats
3 anni fa
Dal 2016 le punture di zecche sono in aumento in Svizzera e con la primavera i piccoli aracnidi si risvegliano dal torpore invernale. L’esperto della Suva spiega perché le punture possono essere pericolose e come proteggersi in maniera ottimale

Il ritorno del bel tempo segna anche un aumento del rischio di punture di zecche. “A causa delle temperature miti e dell’umidità, le zecche sono particolarmente attive, soprattutto in primavera e in autunno”, spiega Felix Ineichen, medico ed esperto di zecche presso la Suva, citato in un comunicato. Per prevenire spiacevoli sorprese meglio evitare di passeggiare nel sottobosco e si consiglia di indossare abiti chiari e coprenti e applicare un repellente. Contrariamente a quanto si pensa, le zecche non cadono infatti dagli alberi, ma vivono nel sottobosco e tra le piante ai margini di boschi e sentieri, anche fino a un’altezza di 1,5 metri, e si attaccano alle persone e agli animali di passaggio.

Punture in aumento negli ultimi anni

Nonostante il numero di casi notificati negli studi medici sia soggetto a variazioni annuali, in Svizzera, le punture di zecca sono in notevole aumento dal 2016. Se la media annuale a lungo termine è di circa 9400 casi, nel 2018 gli assicuratori infortuni hanno registrato più di 17’000 casi, con un incremento di quasi l’80%. È possibile ricondurre questo aumento alle condizioni climatiche: «La meteo è determinante per il numero di punture di zecca. Se in primavera le temperature si alzano velocemente, le zecche si risvegliano dal torpore invernale» spiega Ineichen. Con il bel tempo poi anche le persone passano più tempo all’aria aperta e con la pandemina le attività a contatto con la natura sono in aumento. Il 90% di tutte le punture di zecca si verifica nel tempo libero: in circa un terzo dei casi durante le escursioni al di sotto dei 2000 metri e, in particolare, nei boschi, nei pascoli o nei campi. In tutta la Svizzera sono presenti diverse specie di zecche: la più comune è la cosiddetta zecca dei boschi, il cui habitat si estende fino a un’altitudine di 2000 metri.

Le zecche possono trasmettere batteri pericolosi
Il morso delle zecche di per sé non è doloroso, ragion per cui non viene notato subito. Ma questi piccoli aracnidi possono essere vettori di vari batteri: i più pericolosi sono quelli che causano la borreliosi. “Nel peggiore dei casi questa malattia può provocare disturbi cronici al sistema nervoso o alle articolazioni” sottolinea Ineichen. Se non trattata, anche la cosiddetta meningoencefalite primaverile-estiva (FSME) può causare, in uno stadio tardivo, infiammazioni del sistema nervoso, paralisi e, in casi estremi, persino la morte.

I consigli della SUVA
Dopo essere stati in luoghi a rischio, la Suva consiglia di controllare scrupolosamente vestiti e corpo alla ricerca di eventuali zecche, in particolare nella piega delle ginocchia, nell’inguine o sotto le ascelle; nei bambini anche sul cuoio capelluto. La zecca deve essere rimossa nel più breve tempo possibile afferrandola vicino alla pelle con una pinzetta e tirandola verso l’alto ed è necessario disinfettare le zone in cui si è stati punti, aggiunge la nota. Se dopo una puntura si verificano arrossamenti accompagnati da disturbi simili all’influenza, come febbre e mal di testa, occorre contattare subito un medico.

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