Svizzera
“Combattere prima il Covid, poi la legge CO2”
Keystone-ats
3 anni fa
Durante l’assemblea UDC, trasmessa in video, il presidente Marco Chiesa ha definito le priorità del suo partito, attaccando anche l’accordo quadro con l’UE

Il neopresidente dell’UDC Marco Chiesa invita il suo partito ad agire con decisione. Prima di tutto si deve combattere il coronavirus, poi abolire la legge sul CO2 e combattere con tutte le forze l’accordo quadro con l’UE.

In relazione al coronavirus, l’UDC si è sempre battuta per la protezione dei gruppi a rischio, ha dichiarato il consigliere agli Stati ticinese in apertura dell’assemblea dei delegati che si tiene oggi online.

“Protezione federale dei gruppi a rischio”
La protezione dei gruppi a rischio deve avvenire all’interno del sistema federale. Stando alla versione scritta del suo discorso, Chiesa ritiene che i Cantoni non debbano delegare tutto alla Confederazione. I cittadini devono agire secondo la propria responsabilità. La medicina non deve essere più dannosa della malattia. E bisogna imparare a convivere con la malattia.

Attacco alla legge “rosso-verde” sulla CO2
Ciò con cui l’UDC non vuole convivere, sono le tasse, i prelievi e i divieti supplementari, come quelli previsti dalla “legge rosso-verde sul CO2”. Negli ultimi dieci anni la Svizzera ha ridotto le emissioni pro capite di CO2 del 20% , su base volontaria e grazie agli investimenti.

L’UDC - ha proseguito il ticinese - è stata impegnata in dieci mesi di dura battaglia elettorale per la sua iniziativa per la limitazione dell’immigrazione. Pur avendo perso la votazione, il 38% di voti a favore mostra la preoccupazione per l’immigrazione, secondo Chiesa.

Contro l’accordo quadro
L’UDC farà inoltre tutto il possibile per opporsi all’accordo quadro con l’UE. Per il presidente democentrista, una cosa è certa: “Senza l’iniziativa per la limitazione dell’immigrazione, il Consiglio federale avrebbe già da tempo firmato questo trattato di assoggettamento”. L’accordo istituzionale non sarebbe “nient’altro che un’adesione strisciante all’UE”. Il Consiglio federale deve dire all’UE “in modo amichevole ma fermo che non rinunceremo alla nostra sovranità”, afferma Marco Chiesa.

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