Svizzera
Cassis: “facciamo le vacanze in Svizzera e sulle frontiere...”
Ignazio Cassis a TeleTicino
Ignazio Cassis a TeleTicino
Sacha Dalcol
4 anni fa
Intervista a tutto campo al Consigliere federale Ignazio Cassis, ospite di TeleTicino (VIDEO)

“All’inizio della pandemia, tornando in Ticino quasi ogni settimana, capivo che c’era una preoccupazione ben diversa rispetto a quella che si avvertiva oltre S. Gottardo. E in Consiglio federale credo di essermi impegnato per far arrivare questa sensibilità. A volte notavo delle reazioni di incredulità quando raccontavo certe cose e poi, un po’ per volta, hanno capito che c’era una situazione differente”. Sono le parole pronunciate ieri sera dal Consigliere federale Ignazio Cassis al Tg Speciale di TeleTicino. Una lunga intervista in cui il capo del Dipartimento degli Affari Esteri ha raccontato la sua esperienza di Consigliere federale, di medico e di ticinese a Berna durante l’emergenza coronavirus. Eccone una sintesi.

L’inizio della pandemia e la chiusura delle frontiere

“Se all’inizio dell’anno avessimo avuto questa preaparazione mentale, magari avremmo agito diversamente. Col senno di poi siamo sempre tutti più intelligenti. Ma in gennaio in Svizzera non c’era nessuno che avrebbe immaginato uno scenario simile.”

Il 3 giugno e la riapertura dei confini con l’Italia
“Siamo in contatto con Roma. Il Consiglio federale deciderà il 27 maggio per le frontiere con Germania, Austria e Francia. All’ultimo si è aggiunta l’Italia e in questi giorni ci sono molti colloqui in corso. Continueranno coinvolgendo i cantoni di frontiera. È vero che c’è la possibilita per la Svizzera, dal punto di vista teorico, di chiudere le frontiere unilateralmente. Vale però la pena valutare la situazione epidemiologica e poi decidere”.

Le vacanze all’estero? Meglio in Svizzera!
“Quest’estate sarei prudente nel pianificare vacanze all’estero. Facciamole in Svizzera! Abbiamo un paese meraviglioso in difficoltà economica. Rilanciare il nostro turismo farebbe solo bene. E poi non sappiamo ancora cosa succederà a livello epidemiologico e giuridico con la riapertura delle frontiere”.

Il momento più difficile in Governo e la necessità di ripartire
“Era il 13 marzo. È stato il giorno più complesso, quello in cui abbiamo introdotto lo stato di necessità e il Consiglio federale ha assunto più poteri di quelli che ha. Eravamo coscienti che stava capitando qualcosa di grave. Dalla seconda guerra mondiale nessun Governo aveva fatto appello a questo articolo di legge. Fortunatamente, sul piano sanitario, è andata meglio delle previsioni che avevamo ma le conseguenze sul tessuto economico e sociale sono lì da vedere e potrebbero essercene altre. Ecco perché è importante far ripartire l’economia se desideriamo avere una buona sanità e una buona società”.

Cassis e il Piano Pandemie del 2007 che non smuoveva né animi né soldi
“L’essere umano è difficile attivarlo se non ha una paura o una passione. Quando nel 2007 ero medico cantonale in Ticino, avevamo iniziato il Piano Pandemia. In quel preciso momento non c’era una particolare preoccupazione. Era un discorso tra tecnici, un po’ astratto che non smuoveva né animi né soldi. Lo abbiamo fatto e finito ma mancava una dimensione, che ora abbiamo vissuto, collettiva e sociale di percezione e consapevolezza”.

La fase 2 e quella voglia di normalità
“Mi appello alla resposabilità individuale. Capisco la voglia di stare insieme, di ritrovarsi per bere una birra. Facciamolo ma non diamoci la mano, stiamo a debita distanza e mettiamo le mascherine sui mezzi pubblici”.

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