Svizzera
Berset presenta la futura politica culturale
Immagine CdT/Putzu
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Keystone-ats
2 anni fa
Il consigliere federale, a Locarno per la tradizionale conferenza stampa, ha illustrato i prossimi passi per una cultura cinematografica svizzera più competitiva

“Il cinema svizzero ha avuto molto vento in poppa, i film svizzeri sono stati molto presenti nei festival internazionali: undici alla Berlinale e tre a Cannes”, ha detto Alain Berset aprendo la conferenza stampa odierna a Locarno. Senza però nascondere le sfide e le difficoltà che questo settore, come il resto della cultura incontra. Berset ha inoltre citato i sei temi alla base della politica culturale della Confederazione per i prossimi anni. Questi sono “maggiore flessibilità dei sistemi di promozione, gestione della trasformazione digitale, miglioramento delle condizioni lavorative, gestione del patrimonio culturale, sostenibilità e interazione tra i diversi enti promotori”, indica una nota odierna dell’Ufficio federale della cultura (UFC). Il messaggio sulla cultura per gli anni 2025–2028, attualmente in elaborazione, definirà le linee guida della politica culturale della Confederazione. Sarà sottoposto al Consiglio federale nella primavera del 2023, prima di essere posto in consultazione.

Finanziamento dell’audiovisivo
L’UFC si pone come obiettivo principale la riflessione sul finanziamento del cinema elvetico. “La modifica della legge sul cinema approvata dal popolo determina per i prossimi anni un aumento degli investimenti dei servizi di streaming nella creazione cinematografica svizzera, che vedrebbe perciò incrementare la sua competitività”, prosegue la nota. Tuttavia si assiste ad un netto calo delle entrate nei cinema mentre lo streaming guadagna terreno, una tendenza questa che è stata ulteriormente incrementata della pandemia. Alla fine di luglio, l’Ufficio federale di statistica aveva annunciato che nella prima metà del 2022 l’affluenza nei cinema svizzeri era del 35% inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le sfide
Una delle sfide principali per il cinema è proprio la trasformazione digitale, ha sottolineato la direttrice dell’UFC Carine Bachmann in conferenza stampa, definendo questo “un momento cruciale nel finanziamento del settore audiovisivo”. “Le possibilità di creazione digitale sono innumerevoli”, ha detto, citando l’esempio di Netflix che “in Svizzera ha un fatturato maggiore a tutte le sale di cinema messe insieme”. L’UFC lancerà inoltre uno studio sul finanziamento per il settore audiovisivo in Svizzera con l’obiettivo di identificare le prospettive per il futuro.

Settore in trasformazione
Il settore della cultura è in continua trasformazione, la politica culturale deve quindi adattarsi di conseguenza. “La pandemia ha evidenziato la grande importanza che la cultura riveste per la società, ma ha anche messo in luce la situazione di precarietà in cui vivono molti operatori culturali”, prosegue la nota. L’UFC auspica quindi a una maggiore collaborazione tra le istituzioni interessate e tra i livelli statali. Oltre alla scarsa sicurezza sociale sono stati evidenziate disparità a livello salariale nei sessi, le donne essendo pagate meno nonché presenti in minor numero in posizioni dirigenziali

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