Svizzera
“Abbiamo superato tutti i paesi vicini”
Lara Sargenti
3 anni fa
Gli esperti della Confederazione sulla situazione attuale. “Contact tracing al limite, non c’è più tempo”

“In 14 giorni l’incidenza della malattia è di 495 casi per 100mila abitanti. Abbiamo chiaramente superato tutti i paesi vicini. Abbiamo più casi che Francia e Spagna”. Lo ha dichiarato Stefan Kuster, responsabile per le malattie trasmissibili presso l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), durante la conferenza stampa odierna, snocciolando i dati sulla situazione epidemiologica in Svizzera. Oggi sono stati segnalati oltre 6600 casi, un aumento significativo rispetto a ieri. Il tasso di positività, ha detto Kuster, è del 21%, cioè un quinto dei test effettuati sono positivi. Dieci persone continuano a infettarne 16. A essere colpite sono tutte le categorie di età, soprattutto sopra gli 80 anni. L’aumento è ovunque, anche se ci sono Cantoni più toccati. Per questo è importante attenersi alle regole ed evitare contatti non necessari. Non c’è più tempo, hanno dichiarato gli esperti della Confederazione.

Contact tracing al limite
Il contact tracing è giunto al limite: “Spesso non troviamo più con certezza l’origine del contagio” ha detto Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dell’Associazione del medici cantonali, che ha invitato le persone che sono risultate positive a contattare loro stesse le persone con cui sono entrate in contatto. La volontà delle autorità è comunque di portare avanti il lavoro di tracciamento. Ma è anche importante che la popolazione segua le regole di igiene e riduca i contatti non essenziali. A suo avviso, è giunto il momento di limitare ulteriormente i contatti a livello di manifestazioni, tempo libero e sport. Hauri ha giudicato importante anche ripensare l’organizzazione degli ospedali e l’introduzione di test sierologici per rilevare gli antigeni della SARS-CoV-2.

Occorre agire subito per evitare il collasso degli ospedali
Se le misure adottare finora non dovessero produrre gli effetti sperati vi è il rischio concreto che non vi siano più letti per le cure intense a disposizione, ha messo in guardia il presidente della task force nazionale Martin Ackermann. Il numero di ricoveri è infatti cresciuto e sempre più persone infettate dal coronavirus appartengono alle categorie a rischio. “Dobbiamo stoppare l’epidemia, altrimenti rischiamo di sovraccaricare il sistema sanitario” ha detto Ackermann. Se la situazione non dovesse migliorare, gli esperti prevedono che i letti per le cure intenstive potrebbero essere tutti occupati tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre. “Dobbiamo dimezzare i nostri contatti quotidiani. Un atteggiamento da adottare fino a marzo e aprile”, ha raccomandato Ackermann, invitando la popolazione a ridurre i contatti sul lavoro, nella famiglia e con gli amici, come pure optare per il telelavoro.

Preoccupazione per le capacità negli ospedali è stata espressa dal divisionario Andreas Stettbacher, medico in capo dell’Esercito svizzero e incaricato del Consiglio federale per il servizio sanitario coordinato. Il numero di letti nelle cure intense sta diminuendo di giorno in giorno.

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