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Festival di rigori: a Ginevra finisce pari
Immagine © CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
2 anni fa
I bianconeri vengono ripresi in pieno recupero e la sfida con il Servette termina sul 2-2. Di Celar e Lovric le reti per i sottocenerini

Al termine di una partita tutto sommato equilibrata, Servette e Lugano si lasciano sul 2-2. Tre i gol dagli undici metri: due dei locali ed uno dei bianconeri (Celar). La squadra di Mattia Croci Torti va in vantaggio due volte e viene però raggiunta definitivamente nei minuti di recupero. Costretto a fare a meno di parecchi giocatori, il tecnico momò ridisegna l’assetto tattico e i bianconeri fanno quello che possono. Al fischio di chiusura il pari è da considerarsi giusto. Il Servette mette così fine ad una serie di quattro sconfitte consecutive. Ora è il momento della coppa.

Servette in trance, Celar lo punisce
I bianconeri si presentano a questo appuntamento senza parecchi giocatori: oltre agli squalificati Saipi e Custodio, mancano anche gli infortunati Maric, Ziegler, Aliseda, Daprelà, Facchinetti e Rüegg. Il tecnico Croci Torti deve inventarsi la difesa. Il quartetto è inedito: Lavanchy e Yuri esterni, Hajrizi e Durrer centrali. È come salire su una roulette russa. La generosità e la grinta aiutano però i quattro, tanto che il Lugano nel primo tempo contiene bene gli avversari, reduci da quattro sconfitte consecutive. Anzi: al decimo minuto gli ospiti passano in vantaggio con Celar, che trasforma un calcio di rigore per un fallo di mano di Vouilloz segnalato dal Var. Rigore netto, per altro. Il Lugano spinge e sfiora il raddoppio ancora con lo sloveno (dieci centri in campionato) e Mahmoud al minuto 27. Questultimo coglie in pieno la traversa. E i ginevrini? Poca roba. Solo nel finale ci pensa Stevanovic a rialzare la testa, ma Osigwe dice no.

Un rigore alquanto dubbio
Ad inizio ripresa il Lugano ha una brutta sorpresa: l’arbitro Cibelli concede infatti un rigore dubbio al Servette. Su un tiro di Clichy, il difensore bianconero Durrer tocca la palla con la gamba e quindi con il braccio. È penalty? Il regolamento dice che se la sfera prima di toccare la mano finisce su un’altra parte del corpo l’arbitro non deve concederlo. Il Var comunque chiama Cibelli e costui decreta il tiro dagli undici metri. Bedia non si fa pregare e trasforma: 1-1. E qualche minuto dopo lo stesso attaccante colpisce un palo. Il momento è dei ginevrini, che alzano il ritmo del gioco. Ma proprio quando sembra che il Lugano debba andare in difficoltà, ecco che come d’incanto Lavanchy si inventa una sgroppata sulla destra e centra il pallone sul quale si avventa come un falco Lovric, subentrato a Bottani: bianconeri di nuovo in vantaggio. La squadra di Geiger non si arrende e si butta in attacco: perdere per la quinta volta consecutiva sarebbe davvero troppo. A due minuti dalla fine Rodelin colpisce il palo e subito dopo Amoura atterra Rouiller in area: Cibelli concede il giusto rigore, che Oberlin trasforma. Finisce 2-2 e il Lugano può e deve recriminare.

Servette-Lugano 2-2

Reti: 10. Celar (rigore) 0-1; 52. Bedia (rigore) 1-1; 63. Lovric 1-2: 91. Oberlin (rigore ) 2-2

Servette: Frick; Diallo (67. Bauer), Vouillouz, Rouiller, Clichy; Caspedes, Cognat, Valls (80. Alves); Stevanovic, Bedia (67. Rodelin), Gomez (67. Oberlin)

Lugano: Osigwe; Daprelà, Hajrizi, Durrer, Yuri (74. Cinquini); Sabbatini; Mahmoud (80. Josipovic), Bottani (46. Lovric), Amoura, Celar (68. Muci), Haile-Selassie (46. Aliseda)
Arbitro:
Luca Cibelli
Spettatori: 3.462

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