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Piero Marchesi - Legge sulle armi: un autogoal per i cittadini onesti
Piero Marchesi - Legge sulle armi: un autogoal per i cittadini onesti
Piero Marchesi - Legge sulle armi: un autogoal per i cittadini onesti
Redazione
5 anni fa

Il 19 maggio prossimo il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi su diversi oggetti in votazione, uno in particolare minaccia la libertà e la responsabilizzazione del cittadino, “La trasposizione della direttiva UE sulle armi nel diritto svizzero”. Contro questa legge approvata dal Parlamento è stato lanciato un referendum sostenuto anche dall’UDC. Sei semplici motivi per respingere con convinzione questa sciagurata proposta:

1. Niccolò Macchiavelli definiva gli svizzeri “Armatissimi e liberissimi”. Sono certamente passati diversi secoli da quella definizione, il concetto negli anni si è evoluto grazie alle tradizioni del tiro sportivo e la caccia. La legge che riprende la direttiva UE è una palese limitazione della libertà del popolo svizzero, soprattutto per i cittadini onesti che utilizzano le armi in modo legale e per svago. In caso di accettazione il conto più salato lo pagheranno proprio i tiratori – uno degli sport più diffusi nel Paese – e i cacciatori, che nel tempo si vedranno vieppiù limitati o addirittura impossibilitati nel praticare le loro attività;

2. Ogni 5 anni, nel 2022 e poi nel 2027 la Direttiva UE verrà aggiornata e sempre più restrittiva. Se la Svizzera accettasse questa legge dovrà poi automaticamente accettarne tutte le modifiche;

3. La nuova direttiva UE sulle armi ha anche come obiettivo la lotta al terrorismo. Tutti sanno che gli attentati terroristici commessi nelle varie città europee sono stati perpetrati con armi acquistate sul mercato nero. Dunque, nella pratica, la direttiva UE sulle armi non limiterà gli atti terroristici, darà probabilmente l’impressione di aver fatto qualche cosa d’importante per la nostra sicurezza, anche se invero non cambierà proprio nulla;

4. La nuova legge viola la Costituzione svizzera e contravviene la promessa di evitare inasprimenti sostanziali nell’acquisto e possesso di armi fatta a suo tempo dal Consiglio federale;

5. In caso di rifiuto del popolo l’UE ha già comunicato alla Svizzera che l’accordo Schengen potrebbe essere messo in discussione o addirittura rescisso. Stessa situazione verificatasi con l’Inghilterra nella trattativa ancora in corso sulla Brexit, ennesima dimostrazione che all’UE interessa maggiormente i ricatti alla sostanza;

6. Questa sciagurata legge proposta dal Consiglio federale e approvata dal Parlamento, non è che il lancio di quel film intitolato “Accordo quadro”. Un accordo di colonizzazione della Svizzera da parte dell’UE, con l’imposizione di leggi e direttive – come questa sulle armi – e la conseguente demolizione della Democrazia diretta. Grazie alla “Salamitaktik”, ingoiata questa prima fetta faremo sempre più fatica a dire No e con il passare degli anni ci troveremo vieppiù standardizzati all’UE, con l’adozione automatica delle leggi varate da Bruxelles e con la difficoltà di far capo alla Democrazia diretta per dire la nostra. Approfittiamo di questa occasione per rimandare al mittente una proposta che, oltre a essere dannosa per le nostre tradizioni e la libertà dei cittadini svizzeri, è pure inefficace e inopportuna.

Piero MarchesiDeputato in Gran Consiglio e Presidente UDC Ticino

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