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Michela Ris - La maternità è come un master
Redazione
4 anni fa

Quando si partorisce si rimane per un po’ di mesi assenti dal lavoro, come quando si partecipa a un master, e quando si rientra in ufficio si sono acquisite nuove competenze e maggiore sicurezza per aver affrontato questa esperienza unica che permette di allenare tutta una serie di abilità utili anche nel lavoro. Chiunque sappia ascoltare, mettersi in relazione, avere cura di qualcun altro si scoprirà migliore anche sul lavoro, troverà un nuovo modo di essere leader e di far crescere gli altri.

Fino a pochi anni fa il modello maschile prevalente era quello del padre in ufficio e della madre a casa; con l’entrata massiccia delle donne nel mondo del lavoro questo ruolo di maschio è stato messo in crisi. Trasformare il modo in cui pensiamo e diamo significato a cosa vuol dire essere uomini e padri sarà cruciale nei prossimi anni. Le disuguaglianze di genere si devono affrontare offrendo anche agli uomini le stesse opportunità di essere contemporaneamente impegnati nel lavoro in ufficio e nella cura della famiglia. I segni dell’ascesa di un nuovo movimento che comprende congedi parternità, part time, orari di lavoro flessibile per uscire dal confine del proprio genere e diventare parte attiva insieme a madri sempre più impegnate e in ascesa a livello lavorativo sono ormai argomento di blog, ricerche di mercato, evidenze sociologiche almeno in quella parte di mondo dove le donne sono sempre più presenti in tutte le posizioni e le professioni. La gender equality non è più solo una questione femminile ma riguarda entrambi i sessi e negli ultimi anni sono stati raggiunti diversi obiettivi in termini di conciliazione tra lavoro e vita familiare che hanno permesso a molte madri di continuare ad esercitare la loro professione dopo un periodo di maternità, grazie ad un approccio collaborativo nella gestione dell’educazione dei propri figli. L’emancipazione delle donne ha fatto sì che queste cerchino di conciliare i progetti professionali con il loro ruolo genitoriale. Un compito non facile e che spesso equivale ad una vera e propria acrobazia e che può essere sicuramente facilitato da un congedo paternità. E fatevelo dire da una che ci sta passando con un bebé di 3 mesi, il congedo non è una vacanza, anzi...a volte vi assicuro che è meno stancante andare in ufficio e avere accanto un padre che voglia e possa occuparsi del proprio figlio è un aiuto indispensabile per una madre che lavora. Per tutti questi motivi il 27 settembre io voterò sì al congedo paternità.

Michela Ris

Municipale Ascona

Granconsigliera PLR

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