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Marco Romano - Iniziative agricole: 2 x NO
Redazione
3 anni fa

Le due iniziative “per una Svizzera senza pesticidi sintetici” e “acqua potabile pulita e cibo sano” al voto il 13 giugno mettono in cattiva luce la produzione agricola nazionale; quasi che la questione ambientale e la protezione delle acque non siano rilevanti per chi opera nel settore. Gli obiettivi generali sono incontestabili, ma le modalità proposte sono assolutamente inaccettabili e insostenibili. La Svizzera lavora da decenni alla sostenibilità della produzione interna: abbiamo piani nazionali dettagliati e una legislazione tra le più rigide al mondo in materia di pesticidi, protezione delle acque e del territorio.

Le iniziative vogliono forzare la mano con divieti assoluti e nuove regole draconiane. Ne conseguirebbero una reale diminuzione della produzione e della qualità, con aziende esposte al rischio di estinzione, un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli e per finire maggiori importazioni. Produrre meno significa difatti importare di più e quanto importato genera di gran lunga un impatto ambientale peggiore.

Da parte dei sostenitori si sottolinea in continuazione come la biodiversità in Svizzera sia diminuita drasticamente negli ultimi decenni a causa dell’agricoltura. Un’affermazione azzardata pensando a come queste iniziative ridurrebbero ulteriormente le superficie coltivate. Uno sguardo al Ticino: gli spazi dedicati alla vitivinicoltura, anche in zona edificabile, sono sempre più ristretti e le regole imposte dalle iniziative diminuirebbero ulteriormente i vigneti a tutto beneficio di nuove costruzioni; accompagnate da più vino estero.

Le statistiche sull’uso dei prodotti fitosanitari (pesticidi) dimostrano una tendenza palese: meno 40% dal 2008. L’utilizzo dei prodotti è sempre più mirato e limitato sia nella quantità sia nei tempi allo stretto necessario per permettere una produzione sicura. Non sempre poi le sostanze sintetiche sono più dannose di quelle biologiche. Gli insetticidi sintetici, ad esempio, il più delle volte sono meno dannosi per la biodiversità poiché la ricerca ha messo a punto materie attive più selettive che aggrediscono solo la specie di insetto dannosa per la coltura. Altro esempio lampante è il rame (sostanza naturale) utilizzato in viticoltura, anche in quella biologica! Essenziale a tutela della vigna, genera danni a lungo termine nel sottosuolo se non usato con parsimonia. Oggi è ancora autorizzato con regole severe, poiché da oltre vent’anni si cerca senza successo un’alternativa biologica e ogni nuovo prodotto necessiterebbe comunque almeno un ulteriore decennio per giungere in commercio. Le iniziative impongono tempi e regole troppo strette. Semplicemente utopico, devastante per il primario e irrispettoso per chi vi opera. Come la natura, passo dopo passo, senza scossoni, la politica agricola e ambientale svizzera da anni sta già facendo progressi enormi verso la sostenibilità.

Marco Romano, consigliere nazionale PPD

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