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Marco Martino - Accordo con l’Indonesia: 267 milioni di buoni motivi per un SÌ
Redazione
3 anni fa

267 milioni di abitanti, una classe media in costante crescita, grandi necessità in termini di investimenti. Si stima che l’Indonesia sarà la quarta economia mondiale entro il 2050. Sono numeri a cui è difficile anche solo dare un’immagine concreta nelle nostre menti abituate a una realtà molto più contenuta.

Eppure, sono numeri che dovrebbero rendere immediatamente lampante quanto questo mercato possa essere importante e strategico per la nostra nazione. A maggior ragione in un periodo storico caratterizzato da un’estrema incertezza e da difficoltà mai affrontate prima. Per il nostro paese e per la nostra industria esportatrice, poter accedere facilmente e con minor burocrazia al mercato indonesiano rappresenta un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Come se non bastasse, questo accordo permette alla Svizzera (e agli altri partner firmatari) di guadagnare un vantaggio competitivo nei confronti di tutto il resto del mondo che, ad oggi, non ha siglato intese simili con il paese asiatico.

Attualmente, il volume degli scambi bilaterali con l’Indonesia ammonta a soli 854 milioni di franchi circa all’anno (escluso l’oro). Di questi, 488 milioni sono rappresentati dal valore delle esportazioni e i rimanenti 366 milioni di franchi dalle merci che la Svizzera importa dall’Indonesia. Facciamo un rapido paragone. Nel 2015, gli scambi commerciali con l’Austria ammontavano a 20 miliardi di franchi. Certamente i nostri vicini sono un paese mediamente ben più ricco dell’Indonesia e molto più facilmente raggiungibile. Ma l’Austria, con poco meno di 9 milioni di abitanti, ha una popolazione 30 volte meno numerosa rispetto a quella indonesiana. Questo ci può dare un’idea delle potenzialità dell’accordo.

Dal fronte dei contrari giungono numerose critiche che si concentrano sostanzialmente solo su un aspetto: l’importazione di olio di palma. Premesso che non è mia intenzione sminuire l’importanza del tema, ritengo comunque corretto ricordare che si voterà su un accordo di libero scambio. L’olio di palma è soltanto una minima parte della posta in gioco. Senza contare che le importazioni svizzere di olio di palma dall’Indonesia ammontano a sole 35 tonnellate all’anno. Briciole in confronto ai 35 milioni di tonnellate che ogni anno l’Indonesia esporta in tutto il mondo. Inoltre, solo l’olio certificato come sostenibile secondo gli standard internazionali potrà godere di dazi agevolati. Insomma, in questo modo incentiviamo una produzione sostenibile e non certo l’importazione incontrollata di olio di dubbia provenienza.

Per questi motivi invito a votare SÌ all’accordo di libero cambio con l’Indonesia.

Marco Martino
Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana

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