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Luca Frei - Vergognose intimidazioni da parte della polizia: contestare l’esercito non è un crimine!
Redazione
3 anni fa

L’11 maggio 2020, la sezione vodese di Sciopero per il Clima (SpC) aveva pubblicato una lettera aperta indirizzata al Consiglio federale, al Dipartimento della difesa (DDPS) e all’esercito svizzero, nella quale invitava a boicottare per responsabilità sociale ed ambientale l’apparato militare elvetico rifiutando di effettuare servizio militare e di pagare la tassa d’esenzione. È notizia di qualche giorno fa che in risposta a ciò, quattro attivisti di SpC si sono ritrovati all’alba la polizia nelle rispettive case (perquisite a fondo) e sono poi stati portati in centrale, dove sono stati sottoposti a un interrogatorio durato diverse ore, ignari del fatto che la stessa sorte fosse toccata anche ad altri esponenti del movimento. La polizia avrebbe anche tentato di ottenere gli accessi ai vari account social ed i dispositivi elettronici degli attivisti sarebbero stati requisiti.

Una tale reazione da parte delle autorità è vergognosa. Non è affatto accettabile che la polizia intervenga in tal modo per una lettera in cui si contesta l'esercito che inquina e si esprime l'intenzione di non pagare la tassa militare. Questo atto di repressione è puramente di natura politica e lede la libertà di espressione. Dagli attivisti, che hanno semplicemente pubblicato una lettera indirizzata al governo, non è infatti stato commesso alcun reale perturbamento degli obblighi militari. È dunque grave che la polizia si sia mossa nonostante persino il Consiglio federale non abbia ritenuto che fosse necessario dar seguito alla questione. Ci troviamo insomma di fronte a un clima di stato di polizia che va assolutamente fermato. Tramite questi atteggiamenti repressivi si vuole provare a intimidire chi contesta la politica militare svizzera al servizio della NATO e chi aiuta le reclute a sottrarsi dall’indottrinamento militarista e dal nonnismo che si respira nelle caserme.

L’apparato militare svizzero è estremamente anti-sociale e, oltretutto, come giustamente avevano fatto notare gli attivisti, inquina in una maniera esorbitante. In occasione dello sciopero per il futuro del 21 maggio scorso, la Gioventù Comunista era scesa in piazza proprio per manifestare contro l’inquinamento provocato dagli eserciti e dalle guerre imperialiste. Del resto, come giovani comunisti ribadiamo sempre l’invito di rifiutare di effettuare il servizio militare e di preferire il Servizio civile, alternativa ben più utile, sociale e a tutela dell’ambiente.

Questi fatti inoltre danno un ottimo assaggio di cosa potrà fare ancora più frequentemente e più facilmente la polizia in caso di approvazione della Legge sul terrorismo in votazione il prossimo 13 giugno. Interventi arbitrari e repressivi nei confronti di chi si esprime in modo critico nei confronti delle politiche del governo svizzero: ecco cosa vogliono promuovere i partiti borghesi!

Luca Frei, coordinatore della Gioventù Comunista

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