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Davide Pedrioli - Nuovo caccia delle Forze aeree svizzere: la proposta della Confederazione va rimandata al mittente o deve essere approvata?
Redazione
4 anni fa

Il 27 settembre voteremo sull’acquisto del nuovo caccia che dovrà garantire la sicurezza dello spazio aereo nazionale fino al 2060 contro il quale la sinistra ha lanciato il referendum. In queste settimane molti hanno evidenziato impresentabili aspetti particolari sui quali non vale la pena dibattere, perché il quesito posto ai cittadini è uno solo: si vuole una protezione aerea moderna e credibile che serve sia in caso di crisi ed anche nel contesto geopolitico attuale caratterizzato da una certa stabilità.

Il tema centrale che giustifica il mantenimento della nostra capacità di gestire lo spazio aereo nazionale è che questo spazio dal punto di vista politico, giuridico, economico e militare è nostro. Si tratta di un compito che la Costituzione federale ha assegnato all’Esercito. La storia recente, ma anche quella meno recente, ha dimostrato come ogni sistema paese moderno fonda le sue radici sulla gestione del territorio. Laddove ciò non è il caso, cioè se l’Autorità non è in grado di assicurare questo compito, in un modo o in un altro altri occuperanno lo spazio vuoto e lo faranno al di fuori di regola democratiche. Situazione di assenza dello Stato lo troviamo a poche centinaia di chilometri, al massimo mille, dai nostri confini. In concreto nell’attuale situazione di relativa tranquillità la Svizzera è giornalmente sorvolata da tremila aerei civili che non sempre sono sulle rotte prescritte.

Come per il traffico stradale è quindi necessario che vi sia un effettivo servizio di controllo e ciò può essere assicurato solo da velivoli caccia in grado di raggiungere in pochi minuti ogni aereo civile, ed in qualche caso militare, per controllare visivamente la situazione. L’alternativa di usare aerei meno costosi è illusoria: sono troppo lenti e non sono in grado di operare in un ambiente operativo complesso. Chi afferma il contrario non conosce la materia e, come capita spesso nei referendum, cerca solo di distogliere l’attenzione dal tema centrale. Se si vuol restare in un approccio caro ai referendisti, cioè nel mondo delle valutazioni di *costo – beneficio” generali e non fondate su criteri oggettivi, si può dire che questa alternativa costerebbe grosso modo la metà ma avrebbe un’efficacia vicina allo zero. Già solo per questo motivo si deve votare un SI per il nuovo caccia delle Forze aeree svizzere.

Le nostre Forze aeree negli anni sessanta avevano quasi 400 aerei, sono ora nella necessità di essere ammodernate ed acquisire una nuova flotta di aerei (una trentina). Si tratta di mantenere la possibilità di assolvere un compito costituzionale e non, come in tanti altri casi, di aumentare l’impegno della Confederazione in un suo settore.

Il Consiglio federale e la maggioranza del Parlamento hanno approvato il credito generale di 6 miliardi di franchi. La proposta di acquisto del nuovo caccia è il risultato di una lunga fase di valutazione, dove negli ultimi anni sono state valutate diverse varianti. Spero che il dibattito che si svilupperà fino a fine settembre porti altre argomentazioni che non siano il tipo di aereo, il costo o i benefici occupazionali – tutti temi dove i contrari sono in un imbarazzante debolezza.

Ing Dipl ETH Davide Pedrioli, Delegato cantonale dell’aviazione 1995 2020

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