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Davide Gianettoni - Gordola, scuole al Burio: trasparenza e condivisione
Redazione
3 anni fa

Quando qualcuno progetta una ristrutturazione o la costruzione di un nuovo edificio, è in genere felice in vista delle novità che lo attendono. A Gordola, invece, negli ultimi mesi si è assistito all’esatto contrario: il clima in vista del referendum sulla scuola al Burio è teso, le accuse sono feroci, i litigi sono all’ordine del giorno. Il comune cittadino fatica ad orientarsi, sballottato dalle informazioni discordanti fornite da una fazione e dall’altra.

Se questa può essere considerata una situazione normale – anche se non auspicabile – a ridosso di una votazione tanto importante, non è invece accettabile l’ultima notizia giunta ai giornali, di una gravità senza precedenti. Come dichiarato da tre municipali, essi non erano a conoscenza di due documenti: la perizia sulla presenza di amianto alle scuole del Burio e il relativo preventivo dei costi di bonifica. Senza muovere accuse a nessuno rimangono due dati di fatto incontrovertibili: 1. all’interno del Municipio non c’è condivisione né collegialità; 2. la trasparenza nei confronti della comunità è venuta meno. E senza trasparenza, senza cioè, l’esposizione di dati chiari, di documenti affidabili, di progetti e perizie complete, come si può chiedere al cittadino di avere fiducia e di dare il via libera a un investimento senza precedenti per il comune di Gordola? Non è una domanda retorica, e non si tratta nemmeno di discutere o strumentalizzare un preventivo che non è stato visto, ma il modo di lavorare appare poco trasparente.

Una soluzione a questa antipatica situazione potrebbe venire dal mondo delle imprese. Lì la documentazione è quasi sempre caricata su server aziendali accessibili a tutti; ciò da un lato aumenta il grado di conoscenza di tutti i collaboratori e dall’altro evita che qualcuno possa discolparsi dicendo “io non lo sapevo”.

La data del 7 marzo è ormai imminente e una decisione arriverà dalle urne. Io non voglio raccomandare né di votare sì, né di votare no: ognuno dovrà esprimersi secondo la propria coscienza. Mi auguro però che da questa vicenda (triste a mio modo di vedere) arrivi un insegnamento: è ora di cambiare il modello informativo e comunicativo di riferimento. Dobbiamo indirizzarci verso modelli più aperti e condivisi nei confronti della popolazione. È quindi imperativo passare ad un’informazione di tipo attivo verso la comunità. Tutti i documenti (incluse le perizie!) devono venir messi a disposizione in maniera attiva, per esempio su pagina web, ed essere accessibili.

Davide Gianettoni, Gordola

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