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CATEF - Legge sul CO2, non siamo più i primi della classe
Redazione
3 anni fa

Da anni ormai ci affanniamo a dimostrare, convinti da un retaggio di larvata colpevolezza, di essere i primi della classe. Di sicuro, negli ultimi anni, lo siamo sul ricarico sui prodotti e sui servizi. Siamo infatti i primi della classe per quanto riguarda i costi che poi ribaltiamo in definitiva sull’utenza e sul mercato. Ma ci dobbiamo anche chiedere se il paese reggerà ancora una rete sociale che tutti ci invidiano e preservando nel contempo quella imprenditoria che ancora si difende alla grande mentre il mercato interno, malgrado le diverse blindature, incomincia a perdere colpi. Si potrà argomentare che l’apocalisse è dietro alla porta, che centinaia di paesi siglano patti e che la decrescita felice non è poi una brutta cosa. Un passo indietro nel benessere potrebbe rivelarsi salutare e magari opportuno per riprendere slancio.

Noi siamo comunque dell’avviso che il paese non regga più delle accise incentivanti, educative o dissuasive. La politica dell’obbligo latente e costosa va a colpire l’imprenditore, il lavoratore, il proprietario e l’inquilino. Tutti travolti dal meccanismo del ricarico. Diciamo quindi no a questa legge che promette molto e che si definisce neutrale! Sarà un supporto alla burocrazia e neutrale non lo sarà mai perché qualcuno la dovrà pagare. Direttamente o spalmando le imposte.

Ma lasciamo il paese sguarnito? Per niente! Chi costruisce od importa macchine, sottostà già a condizioni stringenti. Chi risana, sempre che lo faccia visto l’attuale mercato, può già appoggiarsi nel caso di interventi tesi a contenere il dispendio energetico, ad aiuti che coprano fino ad un quinto del costo e può fiscalizzare la rimanenza. E lo può fare in modo spontaneo indirizzando il proprio investimento senza sottostare ad un clima impositivo e dettato da pochi funzionari.

In poche parole siamo convinti che sia molto più opportuno dare fiducia alla volontà d’investire del singolo, allo straordinario progresso tecnico ed alle dinamiche rallentate e commisurate delle ambizioni e delle consuetudini.

Ci rendiamo conto che ci muoviamo in un campo discusso e dibattuto, con posizioni divergenti. Ma ciò malgrado siamo convinti che il paese non regga più accise e ricarichi e che si debba percorrere la via del convincimento e della responsabilità del singolo. I veri problemi sono invece i differenti tassi di natalità ed il manco d’energia a medio termine.

Tutto ciò premesso il Consiglio Direttivo della CATEF invita i propri soci a non sostenere la legge sul CO2 e nel contempo ad attivare la voglia di investire nel risanamento dell’esistente.

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