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Beatrice Engeler - 10 Agosto 2020: Una decisione per le cittadine del Cantone
Redazione
4 anni fa

Lo scorso 19 giugno come da programma si è concluso l’anno scolastico 2019-2020. Un anno che tutti noi ricorderemo come l’anno della “scuola a distanza”. Avremmo volentieri fatto a meno di video lezioni, online classroom, blended learning e via enumerando le diverse possibilità che il digitale ci ha dato per, almeno in parte, sopperire alla sospensione delle lezioni in presenza, ma abbiamo fatto di necessità virtù.

L’esperienza della scuola a distanza ci ha fatto “uscire dalla nostra zona di confort” come dicono gli esperti, o meglio ci ha fatto “apprendere cose nuove “. Abbiamo imparato ad utilizzare in modo più mirato gli strumenti informatici, siamo diventati esperti di Moodle, Google Classroom, per non parlare di Zoom, Skype o Teams. Tutti aspetti, nella contingenza, molto positivi. Ma non dobbiamo dimenticare che la scuola a distanza, soprattutto per i gradi più bassi, ha potuto funzionare solo grazie ai genitori che, pur continuando a lavorare, hanno seguito i loro figli gestendo e organizzando esercizi, compiti, ripassi e lezioni online.

Da qualche settimana i nostri ragazzi si godono le vacanze, e altro aspetto positivo, scoprono e riscoprono insieme alle loro famiglie le meraviglie del Ticino e della Svizzera.

Il prossimo 10 agosto il Consiglio di Stato comunicherà le modalità con cui le Scuole di tutti gli ordini e gradi del Ticino riapriranno le loro porte fisiche e/o virtuali il prossimo 31 agosto.

La decisione da prendere non è delle più semplici: da un lato si vuole ritornare ad una “normalità” pre-Covid, dall’altra si teme una seconda ondata di contagi. La Scuola si sta preparando per ogni evenienza. Le ipotesi di apertura totale, di scuola a distanza al 100% o di forme ibride sono state ampiamente valutate e programmate.

A questo proposito è importante mettere in evidenza che, a differenza di quanto avvenuto lo scorso 13 marzo, questa decisione del Consiglio di Stato avrà un impatto molto più importante sulle famiglie, sulla loro organizzazione e anche sulla situazione lavorativa in generale.

Già prima dell’emergenza Covid i normali orari delle lezioni non erano “family friendly”. Si basavano ancora su un modello famigliare tradizionale e che oggi per scelta o per necessità non è decisamente più la norma.

Proviamo a pensare all’effetto che una mancata riapertura o una riapertura parziale (50% in presenza e 50% a distanza) delle sedi scolastiche potrebbe avere sulle numerose famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, e sulle famiglie monoparentali. Se a marzo il lockdown globale ha permesso a molti genitori di rimanere a casa o di lavorare in home office e quindi di potersi occupare dei figli, ora un secondo lockdown sarebbe insostenibile per l’economia e per il nostro paese.

Qualsiasi decisione verrà comunicata il prossimo 10 agosto, non riguarderà soltanto la Scuola, ma coinvolgerà la società intera. Sarebbe davvero drammatico se, per poter sopperire alla chiusura totale o parziale delle sedi scolastiche, molti genitori e soprattutto molte donne dovessero non avere altra scelta che lasciare il proprio lavoro per far funzionare la scuola a distanza. Si tratterebbe di un enorme passo indietro per la nostra società.

Il prossimo 10 agosto non verrà comunicata solo una decisione in merito all’apertura delle scuole, ma verrà comunicata la visione del futuro del nostro Cantone e in particolar modo delle sue cittadine.

Beatrice Engeler, formatrice per adulti, Mendrisio

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