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Aurelio Sargenti - La polemica sull’agenda scolastica
Redazione
4 anni fa

Che la politica sia ormai diventata negli ultimi decenni merce degradata è evidente a tutti, tanto è vero che perfino i professori universitari, dai quali ci si aspetterebbe ben altri voli, rimangono a terra, ancorati da ... un’agenda scolastica. La quale, in tempo di coronavirus, è diventata oggetto addirittura di una interpellanza parlamentare! Estrapolo, dal comunicato (linguisticamente zoppicante) inviato il 1° settembre agli organi di informazione dal presidente dell’UDC, sig. Marchesi, e dal docente universitario Pamini queste poche righe:

«Mentre i docenti e genitori faticano giorno dopo giorno per accrescere nei ragazzi la conoscenza, l’autocoscienza, la responsabilità, il rispetto e la capacità di giudicare il mondo partendo da esperienze positive e costruttive, DECS e DSS li istigano alla rabbia e alla protesta facile, idealizzando delle figure giovanili che sono diventate o sono state strumentalizzate da esperti di relazione pubbliche (vedesi Greta) per diventare degli eroi della piazza. Con i suoi messaggi plateali, il DECS con aiuto del DSS attraverso l’agenda scolastica ufficiale banalizza delle questioni importanti come la salvaguardia del territorio e dell’ordine, il rispetto reciproco, la civiltà, il commercio, il benessere, la democrazia e la responsabilità». C’è da rimanere allibiti. E per più motivi. Intanto stupisce leggere che l’UDC si scandalizza per il fatto che DECS e DSS «idealizzano delle figure giovanili che sono diventate o sono state strumentalizzate da esperti di relazione pubbliche». Da che pulito! Chi ha ideato, pagato e messo in circolazione il video Sì a un’immigrazione moderata, con protagonista una innocente bambina? Un messaggio pubblicitario squallido, indignitoso soprattutto perché “strumentalizza” una bambina di nove anni. Poi l’UDC si preoccupa del carico di lavoro dei docenti, che «faticano giorno dopo giorno», dimenticandosene però ogni qual volta il DECS cerca di convincere il Gran Consiglio e il Paese ad accettare delle proposte strutturali che renderebbero il lavoro degli insegnanti più efficace e meno gravoso a vantaggio degli studenti. Che l’agenda scolastica ufficiale 2020/21 – uno strumento che serve ai giovani per annotare l’orario scolastico, le date delle verifiche, le comunicazioni dei docenti e altro ancora - metta al centro dell’attenzione degli allievi di scuola media e di prima liceo «la salvaguardia del territorio e dell’ordine, il rispetto reciproco, la civiltà» mi pare addirittura un’ovvietà. Lo fa dando visibilità agli slogan, che gli stessi studenti di mezzo mondo hanno gridato lungo le nostre strade di venerdì, giorno in cui hanno ottenuto il permesso dai loro rispettivi governi di ‘fare civica’ fuori dalle aule scolastiche e di incontrare i sindaci delle città per chiedere loro di adoperarsi con maggiore energia per la salvaguardia del mondo. (A proposito: perché l’UDC non ha seppellito di interpellanze i governi cantonali svizzeri che hanno permesso agli studenti di assentarsi dalle aule scolastiche per tre venerdì per scendere in piazza?). Il nostro mondo pone molte sfide e soffre di molti problemi, come appunto quelli ambientali. Il consumismo infinito non può abitare in un pianeta dalle risorse finite. Non esiste un pianeta di scorta: c’è solo una Terra e i nostri ragazzi lo sanno benissimo perché il loro futuro è su questa Terra. Per questo bisogna riflettere al più presto su un doveroso quanto inevitabile cambio di paradigma. Le manifestazioni di piazza “per il clima” animate da molti studenti e a cui l’agenda scolastica dà udienza, ci interrogano sull’urgenza d’intervenire di fronte allo sfruttamento eccessivo del nostro pianeta. L’agenda scolastica, dunque, altro non fa che dare continuità a una riflessione che ha unito scuola e piazza in tutta l’Europa, e dare risalto a una tematica che è drammaticamente e concretamente nostra, di noi nonni, genitori, insegnanti, politici, ma soprattutto dei giovani. Ma l’UDC non se ne accorge: meglio razzolare nel cortile delle polemiche.

Aurelio Sargenti, già direttore del Liceo Lugano2

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