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Gli ascolti del Festival si sgonfiano, i palloncini no!
Patty Speroni
3 anni fa
La speaker di Radio3i Patty Speroni dice la sua sul Festival di Sanremo. Ecco la sua pagella della seconda serata

La seconda serata del Festival segna un sensibile calo degli ascolti. Mentre gli esperti analisti dei dati si staranno chiedendo come mai, durante il coprifuoco, i telespettatori hanno deciso di vedere altro, noi diabolicamente perseveriamo nel voler ascoltare la musica.

Orietta Berti Canta “Quando ti sei innamorato” ad un pubblico che non c’è. È il pubblico che ha lasciato le poltroncine vuote, il pubblico di un Sanremo che, onestamente, ci pare superato. Ma Orietta va dritta per la sua strada. Intonatissima, a suo agio su un palco che calca per la dodicesima volta. Grande lezione di canto. A Sanremo è vietato stonare. Per simpatia voto 7

Per Bugo dovrebbe essere il momento del riscatto. L’anno scorso il litigio con Morgan. Quest’anno un palcoscenico tutto per sé. Canta “E invece sì”, ma il litigio è di nuovo dietro l’angolo. Una lotta furibonda con le note. Ne avesse azzeccata una! Voto 4

Gaia, provenienza talent, si sta guadagnando il suo gruppo di estimatori. L’esecuzione di “Cuore amaro” è senza sbavature, ma non emoziona. Voto 6

Lo stato sociale porta un po’ di disordine sul palco dell’Ariston. Bravi nel creare l’alone di mistero intorno alla presenza o meno di Lodo. Il testo di “Combat pop” suona un tantino di “paraculaggine”, mentre la musica ricorda tantissimo i suoni di Edoardo Bennato. Si può dare di più! Voto 6

Voce ne abbiamo? Sì. Siamo intonati? Sì. Abbiamo trovato una chiave diversa per parlare d’amore? Sì. La rappresentante di lista è riuscita a fare tutto questo nella canzone “Amare”. Decisa, convincente, ricca di energia quanto basta per supportare un buon testo. Voto 8,5

Vi ricordate quando andavate a scuola? C’era anche da voi la prima della classe? Malika Ayane ha presentato “Ti piaci così”. Bellissima, perfetta, intonata, elegante, raffinata. Ha fatto il compito bene. L’insegnante leggerà il suo tema davanti a tutta la classe. Fine della storia. Voto 7

L’idea poteva essere interessante, quella degli Extraliscio di declinare il liscio da balera con suoni più moderni. Ma sul palco dell’Ariston questo mix è risultato piuttosto inquietante. Anche voi avete temuto per un attimo che durante l’esecuzione di “Bianca luce nera” da sotto La maschera di Davide Toffolo facesse capolino un membro dei Kiss arrabbiato? Voto 5

Non sparate su Ermal Meta. La sua dolcezza è l’arma più potente che ci sia. Lo stanno massacrando perché in “Un milione di cose da dirti” parla d’amore senza dire nulla. Parla d’amore secondo la sua cifra stilistica ed è efficace perché tocca le corde emozionali. Mi spiace per chi ha un ridotto vocabolario emozionale. Per me è sì. Voto 8

Perché ci si deve snaturare preparando delle canzoni appositamente per Sanremo. Dove è finito il Random di “Sono un bravo ragazzo un po’ fuori di testa”? Ingessato, stonato, molto poco a suo agio nell’esecuzione di “Torno a te”. Qualcuno o aiuti a tornare nei suoi panni, per favore! Voto 3

Fulminacci canta “Santa Marinella”. Il rischio è di rimanere senza parole. Ma a tutti è giusto dare una seconda possibilità. Correre subito a leggere il testo della canzone. Mutismo e rassegnazione. Voto 3

Un pugno nello stomaco con il sorriso sul volto, un microfono in mano e la musica che suona. Quella di Willie Peyote è un’analisi severa del proprio paese, messa nero su bianco, trasformata in un testo e diventata “Ma dire mai (La Locura)”, canzone in gara al Festival. La musica può fare, raccontando con efficacia. Voto 8

Gio Evan è di tutto un po’. Cantautore, scrittore, poeta, giramondo. Pratica la meditazione. Non ha la televisione. Ha presentato la canzone “Arnica” e ci ha lasciato ne dubbio. Che cosa voleva dirci? Voto 6

In chiusura di serata è stato proposto il video delle prove generali della canzone di Irama “La genesi del tuo colore”. L’atteggiamento è del bello un po’ maledetto, consapevole di esserlo. Ammiccamenti alla telecamera. Ritmo incalzante. Canzone radiofonica. Il testo c’è ma è ininfluente. Voto 6,5

E veniamo alla nota di colore della serata. I palloncini colorati posti sulle poltroncine rosse, in sostituzione delle figure umane. Ancor prima che il Festival cominciasse, era a tutti noto che il pubblico non sarebbe stato presente. Le poltroncine rosse non potevano essere solo vuote. Ma secondo qualcuno quelle poltroncine non potevano restare vuote.

Ieri sera, durante l’esecuzione di due brani storici del maestro Ennio Morricone, è stato decisamente patetico vedere alle spalle del figlio Andrea Morricone, che dirigeva l’orchestra, i palloncini colorati con disegnati sorrisi finti, occhi finti e finti occhiali da sole.

L’omaggio al Maestro Morricone è la cosa più bella che si sia sentita sino ad ora a Sanremo. I palloncini sono la cosa più brutta che si sia vista sino ad ora a Sanremo. Cercasi volontari per far scoppiare i palloncini. Voto a chi ha avuto la geniale idea: non classificabile.

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