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A Sanremo non stona più nessuno
Screenshot Rai
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Patty Speroni
3 anni fa
La speaker di Radio3i Patty Speroni dice la sua sul Festival di Sanremo iniziato ieri sera. Ecco la sua pagella della prima serata.

Il Festival 2021 è destinato a passare alla storia. Troppo presto per dire se grazie allo splendore delle canzoni, sicuramente per l’assenza di pubblico. Onestamente per lo spettatore televisivo, che le poltroncine rosse in platea fossero vuote o occupate non ha fatto grande differenza.

Amadeus e Fiorello hanno fatto gli onori di casa al meglio delle loro possibilità, dilatando oltre misura i tempi dell’intrattenimento, quasi a voler forzare la comicità. Non sapremo mai se in tutte le case dove si è visto il Festival, il pubblico ha riso insieme a loro.

Ma il cuore della manifestazione è la canzone italiana. Parliamone dunque! Pare che in occasione di questa edizione del Festival il termine stonare sia stato cancellato da tutti i dizionari della lingua italiana. Convenzione vuole che si utilizzi il termine “imprecisione”.

La prima serata del Festival ci ha regalato parecchie imprecisioni. Diodato è stato chiamato a dare il via alla manifestazione, in qualità di vincitore dell’edizione dello scorso anno. Ha stonato. Eppure avrebbe dovuto conoscerla bene la canzone che gli è valsa la vittoria, come pure i singoli che sono seguiti.

Loredana Bertè è stata presentata come regina del rock. Un vero e proprio animale da palcoscenico. Esegue i suoi più grandi successi dal vivo e poi presenta il suo nuovo singolo “Figlia di” in playback? Inaccettabile!

Arisa si presenta con “Potevi fare di più, scritta per lei da Gigi D’Alessio. Una canzone non facile da cantare. Arisa ha una vocalità notevole dal vivo. Ma qui ci sono delle imprecisioni. Se la cava. Voto 7

Aiello è stata la vera voce nuova della scorsa estate. Si è presentato al Festival con “Ora” ed è subito diventato l’urlatore della serata. Troppo di tutto. Troppo teatrale. Troppo carico. Troppo di troppo. Voto 5

Colapesce e Dimartino sono dati per vincitori di questa edizione. Peccato che sul palco la voce non fosse poi la loro caratteristica preminente. Nell’esecuzione di “Musica leggerissima”, le imperfezioni non sono mancate. Le sonorità sono da anni Settanta. Dove è la grande novità? Voto 6,5

Francesco Renga si è presentato a tarda notte con “Quando trovo te”. Forse non era la canzone adatta a lui, forse non era a proprio agio, forse si è perso nella clausura forzata nell’albergo sanremese. Quando ritrovate Il Renga di una volta, fatecelo sapere. Voto 4

Francesca Michielin e Fedez calcano per la prima volta quel palco insieme. Non è il palco di Fedez. “Chiamami per nome” è un pò deboluccia per chi si aspettava la stessa efficacia del duetto “Cigno nero”. Forse la commozione finale di Fedez, che sta per diventare di nuovo padre, potrà empaticamente veicolare qualche voto. Voto 5

Max Gazzè si è presentato vestito da Leonardo Da Vinci con la canzone “Il farmacista”. Si ha la sensazione che il cantante non si prenda mai troppo sul serio in quel contesto. Che sia forse quello l’atteggiamento giusto per affrontare il Festival? Voto 6,5

I Maneskin hanno fatto il loro lavoro. Coerenti fino in fondo, spregiudicati, “sporchi” quanto basta, animali da palcoscenico, assolutamente credibili. La canzone “Zitti e buoni” li rispecchia alla perfezione e non ci sono state imprecisioni. Voto 8

Fasma si presenta sul palco con la canzone “Parlami”. Peccato che faccia un uso smodato dell’ Auto-Tune, a tal punto da rendere faticosa la comprensione di alcune parti della canzone. Voto 5

Madame ha fatto il suo. In “Voce” c’è un uso dell’Auto-Tune come strumento di arricchimento. Stile e coerenza, senza strafare. Voto 7

Coma_Cose si guardano direttamente negli occhi. Del resto cantano “Fiamme negli occhi”. In assenza di pubblico è la scelta migliore. Fedeli alla loro musica di nicchia anche al Festival. Più debole la voce maschile rispetto a quella femminile. Voto 6

Ghemon porta sul palco il suo “Momento perfetto”. Una nuova veste musicale che mischia soul e rap. Ha fatto il suo senza guizzi. Voto 7

Naturalmente non potevano mancare le brave ragazze, belle, carine, delicate, semplici, ben vestite. Quelle che tutti i genitori vorrebbero come fidanzate per i loro figli. Noemi canta “Glicine” e la sua esecuzione è pulita ed essenziale come lei. Voto 6,5. Annalisa presenta “10” e la canzone è pulita e precisa, a sua immagine e somiglianza. Voto 6. Non a caso, nella classifica parziale di fine serata, Annalisa è prima e Noemi seconda.

Qualche parola da spendere per Achille Lauro, colui che in questa edizione del Festival non canta, ma fa quadri. Non so se le sue intenzioni future saranno quelle di esporre se stesso al Louvre, ma dopo l’esibizione di ieri sera, non stupirebbe se Renato Zero rivendicasse la paternità di qualche costume.

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