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“La Cina è una nazione libera dalla malaria”
Foto Shutterstock
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Keystone-ats
3 anni fa
I Paesi che hanno centrato per almeno tre anni consecutivi l’obiettivo di zero casi indigeni di malaria possono richiedere la certificazione dell’Oms

La Cina è stata certificata dall’Oms come nazione “libera dalla malaria”, grazie allo sforzo di 70 anni per debellare la malattia trasmessa dalle zanzare. Il Paese ha riportato 30 milioni di infezioni all’anno negli anni ‘40, mentre non segnala più casi indigeni da 4 anni di fila. “Ci congratuliamo con il popolo cinese”, ha notato il direttore generale dell’agenzia Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il loro successo è stato duramente guadagnato ed è arrivato solo dopo decenni di azioni mirate. Con questo annuncio, la Cina si unisce al numero crescente di Paesi che stanno dimostrando al mondo che un futuro senza malaria è praticabile”.

La Cina dopo El Salvador, Algeria e Argentina
I Paesi che hanno centrato per almeno tre anni consecutivi l’obiettivo di zero casi indigeni di malaria possono richiedere la certificazione dell’Oms, presentando prove e dimostrando la capacità di prevenire il riemergere della trasmissione. La Cina è il 40esimo territorio certificato esente da malaria in base all’Oms. Gli ultimi Paesi ad aver ottenuto tale status sono stati El Salvador (2021), Algeria e Argentina (2019), Paraguay e Uzbekistan (2018). In aggiunta, l’agenzia di Ginevra ha anche un elenco separato di 61 Paesi in cui la malattia non è mai esistita o è scomparsa senza misure specifiche.

L’unica del Pacifico occidentale
La Cina è il primo Paese della regione del Pacifico occidentale ad aver ottenuto la certificazione dell’Oms in più di tre decenni. Gli unici altri con status certificato sono Australia (1981), Singapore (1982) e Brunei (1987). Pechino ha presentato la richiesta nel 2020: gli esperti si sono recati in Cina lo scorso maggio per verificare la situazione e i piani di prevenzione del ritorno della malattia. Il rischio di casi importati rimane una preoccupazione e per questo la Cina ha intensificato la sorveglianza nelle zone a rischio nel tentativo di prevenire il riemergere della malattia, ha affermato l’Oms.

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