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Le misure di sostegno per la cultura “devono essere prolungate”
Immagine Shutterstock
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Keystone-ats
2 anni fa
A causa dei due anni di pandemia, il settore è lungi da un ritorno alla normalità. Nel 2020 gli aiuti hanno rappresentato per gli attori del ramo culturale circa un terzo dei loro guadagni

Alla fine del secondo anno pandemico, il settore culturale è lungi da un ritorno alla normalità, due terzi degli attori rimangono infatti tributari di un aiuto. Lo constata un sondaggio realizzato dall’ufficio di ricerca Ecoplan per la Taskforce Cultura. Quest’ultima chiede al Parlamento di prolungare le misure di sostegno fino alla fine del 2022. I risultati del sondaggio mostrano l’importanza del dispositivo istituito dalla Confederazione e dai Cantoni, ha indicato oggi la Taskforce Cultura.

Nel 2020, gli aiuti hanno rappresentato per gli attori del settore culturale interrogati circa un terzo dei loro guadagni. Nel 2021, questi equivalgono ancora a più di un quarto. L’anno scorso, due terzi dei partecipanti al sondaggio hanno guadagnato meno dell’80% del loro salario dell’anno precedente e questo tenendo conto degli aiuti. La percentuale di lavoratori culturali con un salario annuale di meno di 40’000 franchi è passata dal 46% (2019), al 61% (2020) e 57% (2021).

Situazione tesa
La situazione è altrettanto tesa per le imprese culturali: circa i tre quarti indicano che la cifra d’affari dello scorso anno si situa al di sotto dell’80%, per circa la metà addirittura sotto il 40%, di quella realizzata abitualmente prima della pandemia. Per quanto riguarda la (pre)vendita di biglietti, questa si situava nel 2020 sotto il 20% per circa la metà delle imprese intervistate. Le cifre per l’anno in corso sono di poco superiori. Si delinea un quadro cupo anche per le associazioni culturali: nel 2020, il 61% ha ottenuto meno del 20% dell’introito abituale. Quest’anno una buona metà si situa sul medesimo livello.

Nessuna normalizzazione in vista
Secondo la versione attuale della legge Covid, gli strumenti d’aiuto spariranno a fine 2021. Il Consiglio federale ha tuttavia proposto la loro proroga al Parlamento. La Taskforce sottolinea come i risultati del sondaggio confermino la necessità di una tale misura. Una normalizzazione non è infatti prevista per il 2022: soltanto il 21% degli intervistati afferma di avere un volume di ordini comparabile a quello pre-crisi. Il 65% indica che continuerà a dipendere dalle misure di sostegno nel 2022. Per più della metà, senza aiuti la situazione sarebbe destinata a deteriorarsi leggermente, fortemente o totalmente.

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