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Buco dell’ozono ora più grande dell’Antartide
Immagine Esa
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Keystone-ats
3 anni fa
L’estensione del buco è ai livelli dello scorso anno. Dovrebbe comunque chiudersi entro il 2050

Il buco dell’ozono quest’anno ha raggiunto un’estensione superiore a quella dell’Antartide, una delle più grandi e profonde degli ultimi anni: lo mostrano le osservazioni del satellite Sentinel 5P, una delle sentinelle della Terra del programma Copernicus gestito da Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa). Il buco nell’ozono è un assottigliamento dello strato di ozono presente nell’atmosfera e che si situa al di sopra dell’Antartide.

I dati sono stati raccolti nell’ambito del servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus Atmosphere Monitoring Service (Cams) del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf). Il dato arriva in occasione della Giornata internazionale per la osservazione dello strato di ozono, che si celebra oggi.

Buco al massimo tra metà settembre e metà ottobre
Il buco nello strato di ozono si forma ogni anno durante la primavera australe, tra agosto e ottobre, e raggiunge il massimo tra metà settembre e metà ottobre. Quest’anno, dopo una condizione iniziale piuttosto nella norma, è aumentato notevolmente la scorsa settimana ed è ora più grande del 75% dei buchi rilevati in questo stesso periodo dell’anno a partire dal 1979.

“Buco dovrebbe chiudersi entro il 2050”
Stando a Vincent-Henri Peuch, direttore del Cams, non vi è ancora motivo di preoccupazione, anche se il buco di quest’anno “è simile a quello del 2020, che è stato uno dei più duraturi mai registrati”. Per Antje Inness dell’Ecmwf, “il monitoraggio del buco dell’ozono al Polo Sud va interpretato con cautela, visto che dimensioni, durata e concentrazioni sono influenzati dai venti locali. Tuttavia, ci aspettiamo che si chiuda entro il 2050”.

Con la fine della stagione primaverile dell’emisfero australe, quando le temperature nella parte superiore della stratosfera cominciano a salire, l’impoverimento dell’ozono rallenta, il vortice polare si indebolisce e, infine, si rompe, portando i livelli di ozono alla normalità entro dicembre.

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